Una regata non parte dal primo miglio, ma dall’ultimo miglio della regata precedente.
Preparare una regata oceanica è un processo complesso che richiede una pianificazione dettagliata e una gestione accurata di ogni aspetto della barca e dell’equipaggio.
È un processo che si inserisce in un flusso e che viene preceduto dal debrief della regata precedente.
Alla fine di ogni regata raccolgo le riflessioni fatte durante la prova appena terminata, in modo da avere chiara e condividere al mio team tecnico la pianificazione del cantiere che, oltre alla normale manutenzione e alle consuete verifiche, si deve basare sulle migliorie che riteniamo necessarie.
Il lavoro svolto sarà fondamentale in partenza, non solo per la performance del mezzo, ma anche per la mia preparazione e reattività: devo sapere che tutto è stato fatto a dovere e devo poter essere in grado di intervenire su qualunque soggetto qualora ci fossero problemi. Per questo cerco sempre di tenere un occhio su tutto.
È anche qui che si concentra il mio lavoro durante le fasi di cantiere: nella presenza con i ragazzi, nella conoscenza dei temi affrontati, nella direzione e presa di decisione condivise con il mio boat captain e il mio team.
In questa fase, mi assicuro che ogni parte e strumento della barca vengano curati nei minimi dettagli e sorveglio il timing per fare in modo che non ci siano grosse decisioni da prendere all’ultimo minuto.
Altrettanto importante è la preparazione della vita di bordo. È importante assicurarsi di avere a bordo tutto il necessario per l’intera durata della regata.
Insieme al mio team preparo i sacchi dei materiali di rispetto, tutto quello che potrebbe essere utile nel caso fosse necessario fare delle riparazioni durante la regata. Non si tratta di un compito semplice: l’esperienza è maestra cosi come la capacità di scegliere, perché non possiamo portare tutto quello che vorremmo.
Da solo mi occupo della composizione della cambusa, che viene poi preparata da me e dal responsabile della logistica del mio team. Utilizziamo un foglio excel per l’organizzazione a bordo, che deve essere facile ed intuitiva: non amo avere dei sacchi giornalieri, ogni giorno scelgo in base a una serie di variabili tra cui il clima, lo stato del mare, come mi sento, le energie di cui ho bisogno, l’umore.
Spetta esclusivamente a me anche la scelta dei vestiti da portare, che seleziono in base all’esperienza fatta nelle regate precedenti. È una fortuna poter avere in questo campo un partner tecnico che mi segue e con il quale condivido durante l’anno feedback e necessità.
Sempre con il ragazzo che si occupa della logistica, organizzo tutto in dei sacchi, in modo che ogni cosa sia facilmente accessibile.
Infine, è fondamentale avere fiducia nel proprio team. E considero parte del team anche i fornitori esterni e i partner.
Ho la fortuna di lavorare con dei ragazzi impegnati, implicati, sui quali so di poter contare. Il boat captain è una figura chiave, che mi segue e si rende reperibile durante tutta la regata. A lui mi rivolgo per qualsiasi bisogno a bordo. Con lui scegliamo chi coinvolgere via via dei ragazzi del team o dei prestatari esterni, con i quali ho un ottimo rapporto umano, e che sono anche per questo sempre reattivi. I partner, gli sponsor tecnici, sono in più un sostegno reale ed emotivo.
Ogni membro del team ha un ruolo specifico da svolgere e siamo tutti consapevoli dell’importanza del nostro lavoro per il successo della squadra. Perché anche se navigo in solitario, il progetto è di tutti e se anche loro restano a terra in regata, sono in qualche con me in barca. Nel lavoro che hanno fatto, nei messaggi di incoraggiamento che mi inviano…
Grazie a Gaby, Michael, JB, Ale, Tony, Matthieu, Jordan, François, Helly Hansen, Raymarine, Gottifredi Maffioli, Kholer Lombardini. E sempre Prysmian.