Mentalizzare un processo è una delle tecniche su cui la vela mi ha marcato fin dall’inizio.
Che cosa significa? Significa visualizzare nella propria mente tutta una serie di azioni che avvengono nella giusta logica, considerando eventuali alternative da attuare in caso intervenissero delle variabili che non seguono il corso inizialmente immaginato.
In barca a vela, tutte le manovre devono passare da un processo cronologico di visualizzazione previa, altrimenti il rischio è quello di mettere l’equipaggio in pericolo o rompere qualcosa. L’esempio classico è quello della “mano di terzaroli”, manovra durante la quale tutta una serie di azioni si devono svolgere nella giusta cronologia e rapidamente, per non far sbattere troppo la vela o peggio rischiare di strapparla. Vietati i passaggi incrociati, mentalizzare la sequenza prima di iniziar la manovra aiuta sicuramente.
Mentalizzare è un’attività a cui io mi dedico quotidianamente: quando immagino come migliorare qualcosa in barca (il circuito di una cima, una manovra, un procedimento), passo sempre da un processo di mentalizzazione, nel quale immagino la modifica che intendiamo fare testandola nella mia mente in tutte le situazioni.
Cosa per me bellissima è che la tecnica che ho sviluppato nella vela, e che mi ha permesso di imparare rapidamente ad eseguire le manovre nel modo corretto, la ritrovo in tantissimi sport: nel golf e più recentemente nell’apnea.
Prima di un tuffo, richiamo alla mente la teoria e visualizzo tutti quei passaggi e quelle tecniche che, sperimentate, so mi porteranno a cercare di dare il meglio: la fase iniziale di rilassamento che mi condurrà a consumare la minima quantità di ossigeno, la capovolta che va compiuta in un certo modo, la pinneggiata iniziale che deve essere energica e accompagnarmi ad essere “negativo”, quel momento magico in cui ci si lascia cadere mantenendo il corpo rilassato; i vari passaggi della compensazione, la manovra di virata sul fondo che sia la più morbida possibile per evitare un edema polmonare, la risalita da effettuare con la giusta velocità per arrivare in superficie ed eseguire un protocollo di uscita corretto e non rischiare di fare un blackout alla fine del tuffo. Prima di un tuffo, mentalizzo tutti questi processi e cerco di aumentare al massimo la concentrazione per cercare di riuscire a progredire in qualcosa ad ogni tuffo. Che sarà comunque un’esperienza.
Per tutto questo, per me, la mentalizzazione è la capacità di immaginare nel modo più realistico possibile una serie di azioni, con tutte le eventuali complicazioni, cercando sempre di trovare una risposta, per fare in modo che, quando si passa dalla teoria e alla pratica, tutto possa svolgersi nel migliore dei modi.