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© Jean Marie LIOT
La navigazione a vela e le esperienze che ciascuno può ricercare e vivere in mezzo al mare possono essere assai differenti fra loro. La vela è un grandioso mezzo per viaggiare e godere delle bellezze naturali, ma può essere vissuta anche come uno sport, un ambiente dove trascorrere le vacanze o altro.
Il rapporto con il mare e le barche è quindi qualcosa di personale e ciascuno di noi può trovare in mare risposte diverse.
Quando sono salito per la prima volta su una barca non sapevo chiaramente quali fossero le mie motivazioni, forse tutte quelle che ho appena detto.
Navigando ho imparato che la conquista di un’eccellenza tecnica va di pari passo con il raggiungimento di pace e di serenità interiori.
Ogni attività sportiva si porta dietro una base teorica o, meglio ancora, un approccio mentale che ne determina le caratteristiche e le modalità.
Il mio approccio alla navigazione cerca di essere globale. Tenere il timone o issare una vela, sono azioni che chiunque in un tempo ragionevolmente breve può imparare, ma se queste azioni non sono percepite come parte integrante di un Tutto, resteranno gesti privi di significato. Un buon marinaio, secondo me, non si occupa solo di che cosa fare, ma anche di come farlo, tenendo conto di tutti gli elementi che agiscono e interagiscono con la barca.
Il mare insegna a vivere il presente e abbandonare l’attitudine, tipicamente terrestre, di programmare il futuro in ogni minimo particolare. In realtà, la vita stessa è sempre differente da quello che si immagina. Nello stesso modo il pianeta mare è regolato da dinamiche molto spesso non prevedibili e non sempre in accordo con i desideri dell’uomo. A volte certi eventi, in mare come nella vita, non si possono cambiare, esistono e provocano disagio: il buon marinaio deve imparare, però, che in ogni situazione difficile c’è sempre una via di uscita che permette di limitare i danni.
Per quanto mi riguarda andare per mare mi permette più di ogni altra cosa la possibilità di interrogarmi sulla natura, sulla fonte da cui proviene il Tutto e la sua strabiliante bellezza.
Quando sono in navigazione e posso concedermi un attimo di pausa, immagino di essere un gabbiano che vola sopra la mia stessa barca, e osserva. Mi rendo conto, così, della finitezza umana in confronto all’intrinseca perfezione di questo meraviglioso pianeta, regolato da dinamiche, leggi, circostanze.
Oppure, semplicemente, navigo in silenzio, ascoltando i silenzi del mare e la leggerezza del procedere a vela. La mente tace, e lentamente affiorano nella mia coscienza particolari stati d’animo paragonabili a quella voce divina di cui parlava Socrate, il dàimon. Socrate amava spendere la propria vita a conoscere se stesso, come esortava l’iscrizione sul frontone del tempio greco dell’oracolo di Delfi. Socrate mi ha convinto fin dall’inizio, probabilmente fin da quando ero bambino e non sapevo chi fosse.
Il suggerimento che mi permetto di dare a chi si avvicina alla vela è farlo senza aspettative, con la voglia di imparare giorno per giorno, miglia per miglia, e fare tesoro delle emozioni e delle esperienze che il mare può offrire.
Vivere la vela con umiltà, curiosità e volontà di perfezionare la propria tecnica è uno dei segreti per diventare un buon marinaio. E, forse, anche un essere umano migliore.
Buon vento!
Giancarlo
IL MANUALE DEL VELISTA
Indice degli argomenti:
- La barca e le nozioni fondamentali
- La sicurezza
- Il vento e i principi della navigazione a vela
- Elementi essenziali di fisica
- Le vele e la procedura di preparazione all’issata
- La partenza e l’issata delle vele
- Veleggiare al meglio nelle differenti andature
- La virata e la strambata
- La riduzione della velatura
- Le manovre principali
- Lo spinnaker
- Informazioni pratiche e di cortesia.