Diario – Vendée Globe 2024

Vendée Globe 2024/25 – La partenza

È ufficialmente iniziata la grande avventura del Vendée Globe 2024 e, a poche ore dal via, Giancarlo vuole dimostrare ancora una volta la sua capacità di trasformare le emozioni in una leva per il raggiungimento dell’obiettivo finale.

Domenica 10 novembre, alle ore 13:02, il presidente del Vendée Globe, Alain Leboeuf, ha dato il via alla decima edizione del giro del mondo in solitario, senza scalo né assistenza. Un viaggio epico di oltre 24.296 miglia nautiche – 44.996,2 chilometri in rotta ortodromica – che attraversa i tre grandi capi: Buona Speranza, Leeuwin e Horn. Raramente si è vista una partenza con pochissimo vento come quella di ieri.
Intervistato sul pontile, prima della partenza, Giancarlo ha rivelato le sue emozioni: « Il mio sentimento è quello di una grande contentezza: ho condiviso questo progetto con un team di ragazzi fantastici. È una grande emozione: quattro anni di lavoro più tutti gli anni precedenti che impiegato per poter arrivare a preparare un Vendée Globe, un lavoro che per me è stato più che ventennale. Ho sempre sognato di essere uno sportivo, fin da bambino, e oggi vedo realizzato il mio sogno e non posso che essere felice Ora, però, sono in modalità regata e devo dare tutto me stesso », ha aggiunto lo skipper di Prysmian.Un nuovo inizio, con determinazione
La partenza è avvenuta in condizioni di vento leggero (tra i 5 e i 7 nodi) su mare piatto, un contesto raro per le imbarcazioni IMOCA che permetterà a Giancarlo di mettere in gioco la sua esperienza e il suo spirito mediterraneo. « Vado avanti concentrato: nelle condizioni di mare calmo e poco vento non bisogno comunque perdere la guardia e diventa necessario ancora più curare le regolazioni e le traiettorie » ha dichiarato dimostrando la sua determinazione a ottenere il massimo dal suo IMOCA, nonostante non sia un modello di ultima generazione.Il vento aumenterà gradualmente
La situazione dovrebbe cambiare gradualmente. Il vento sarà inizialmente da ovest, poi da sud con diversi cambi che obbligheranno la flotta a moltiplicare le strambate nel Golfo di Biscaglia. Questo dovrebbe generare un “allungamento” della flotta che dovrebbe iniziare a passare Capo Finisterre, a nord-ovest della Spagna, oggi nel pomeriggio. Il vento sarà più forte, intorno ai venti nodi, e il moto ondoso sarà frontale (1,5 m), rendendo più difficile avanzare. Le condizioni saranno un po’ più difficili per chi resta indietro, con raffiche previste di oltre 40 nodi.
A 20 ore dalla partenza, Giancarlo, contattato dal team, ha detto che la prima notte non è stata semplice per il traffico marittimo, tra la vicinanza dei concorrenti e i pescherecci.Un sogno che si rinnova
«Essere qui per la seconda volta è una fortuna immensa. Voglio vivere questa esperienza al massimo», ha affermato Giancarlo.
Il Vendée Globe è iniziato e Giancarlo, con il sostegno del suo team e dei suoi sponsor, si appresta ad affrontare questa sfida monumentale con la stessa passione e determinazione che lo hanno già reso un esempio di eccellenza nella vela internazionale.
Giancarlo al passaggio del canale de LES SABLES D’OLONNE. Photo @Polaryse

 

I primi giorni

I primi giorni del Vendée Globe 2024 sono stati impegnativi, con condizioni meteo difficili che sono andate da zero vento a tanto vento; condizioni che hanno messo alla prova sia me, sia la mia imbarcazione, Prysmian. 

Il passaggio del canale di Les Sables d’Olonne è stato estremamente emozionante, ed è un ricordo indelebile che sono riuscito a incasellare dentro di me per lasciare spazio alla “modalité regata” focus.

Oggi ho navigato lungo la costa occidentale del Portogallo, dove i venti da nord-est sono particolarmente intensi. Per gestire al meglio queste condizioni, ho mantenuto una rotta più vicina alla costa, dove i venti sono meno forti e il mare è più calmo, facilitando la navigazione.

Nei prossimi giorni, continuerò a monitorare attentamente le condizioni meteo, adattando la mia strategia per garantire sicurezza ed efficienza. Il mio obiettivo rimane quello di completare al meglio delle mie possibilità questo incredibile viaggio intorno al mondo, condividendolo con tutti coloro che mi sostengono.

Grazie per il vostro continuo supporto. Ogni messaggio e pensiero positivo mi dà la forza per affrontare le sfide che l’oceano presenta.

 

RACE, NOVEMBER 12, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on November 12, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)

 

15/16 novembre: in testa alla flotta

Se Giancarlo all’inizio della regata aveva scelto di mantenere un’andatura protettiva per l’imbarcazione, in particolare nella forte burrasca che ha colto lui e i suoi avversari al largo di Capo Finisterre, venerdì 15 novembre è riuscito sfruttare la variabilità dell’ampia zona di calma che sta attualmente bloccando le imbarcazioni, trovando un passaggio che lo ha portato in testa alla flotta. Pur soddisfatto di questa rimonta, il fiorentino rimane centrato e oggettivo di fronte a una situazione atipica e incerta.

Nelle ultime 24 ore, l’obiettivo è stato quello di far avanzare la barca, cosa non facile in una situazione meteo così instabile”, ha spiegato Giancarlo. “La situazione generale è complessa. Un grossa depressione di 998 ettopascal si trova a nord dell’arcipelago di Madeira e sta interrompendo completamente l’anticiclone delle Azzorre e il regime degli alisei. Ora è la protagonista principale in questa parte dell’Atlantico e sta stravolgendo completamente le cose”, ha spiegato lo skipper di Prysmian. In questo contesto non è facile tracciare la rotta che, contro ogni logica, a volte è determinata dalle nuvole. “I ragazzi del gruppo di testa si sono trovati costretti a dirigersi verso ovest, a volte addirittura verso nord-ovest, nonostante fino a quel momento la loro traiettoria fosse stata quasi perfetta”, spiega il velista italiano, che ha potuto approfittare di un piccolo corridoio di vento, un po’ più a est.

Guadagnare terreno a sud e a ovest
Dopo un inizio di regata in cui ho navigato “da buon marinaio” per non ritrovarmi a Capo Finisterre con la barca piegata in due, ho passato pochissimo tempo all’interno della barca e sto regatando a tutta velocità. Ieri ho colto l’opportunità di massimizzare i miei guadagni a sud, ma resto lucido perché prima o poi si intaserà un po’ dappertutto e il flusso potrebbe tornare da ovest”, osserva il velista che cerca di riagganciare il più velocemente possibile il vento, tenendo comunque d’occhio l’audace opzione di Jean Le Cam, chiaramente deciso a smentire tutte le statistiche e i pronostici. “La sua è una scelta interessante. Dopo aver doppiato Madeira, ho pensato anch’io di prendere quella rotta. Tuttavia, c’è un problema: l’ingresso nei Doldrum”, spiega Giancarlo, che vede chiaramente la salvezza di questa regata a ovest, anche se con alcune incognite.

Slalom gigante tra le buche del vento
Ci sono molte zone senza vento e non siamo immuni da sorprese. Quando è così complicato, è difficile fare delle buoni previsioni. Tuttavia, è necessario investire nella speranza che la scelta fatta possa dare i suoi frutti”, sottolinea lo skipper, che da ieri sera naviga nelle posizioni di testa alla flotta con una classifica basata sulle miglia restanti che ieri sera lo dava primo e da questa notte secondo. “Il flusso d’aria da nord-ovest con cui abbiamo a che fare al momento è un po’ complesso e non ci rende la vita facile. Nelle prossime ore rimarrà leggero, con alcune zone veramente calme. Per evitarle occorre velocità, ma al momento nessuno ne ha! In realtà, non c’è molto da fare in attesa che gli alisei, che di solito ci accompagnano a queste latitudini, tornino a crescere. Continuo a fare il mio lavoro al meglio e a sfruttare la possibilità di trovare un piccolo corridoio di vento interessante”, conclude Giancarlo.

 

RACE, NOVEMBER 15, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on November 15, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)

 

I primi 10 giorni del Vendée Globe: un’altalena di emozioni vissute con il team

Questi primi 10 giorni di regata sono stati un viaggio intenso, fatto di emozioni forti, sfide e momenti di riflessione. Partecipare al Vendée Globe significa vivere in un flusso continuo, dove alti e bassi si alternano senza preavviso. Ma una cosa è certa: ogni istante, ogni decisione, ogni problema viene affrontato insieme alla mia squadra, anche se fisicamente siamo separati da migliaia di chilometri.

Uno degli episodi che ha segnato questi primi giorni è stata la rottura della vela di prua. Un problema complesso, che avrebbe potuto mettere a rischio l’intera regata. Riparare una vela così grande, da solo, in mezzo all’oceano, non è facile. Sono state necessarie 14 ore di lavoro ininterrotto, rese possibili solo grazie all’aiuto fondamentale del mio team a terra. Il boat captain e i velai mi hanno fornito supporto tecnico e morale, trovando soluzioni rapide ed efficaci per risolvere il problema. Questo episodio mi ha ricordato ancora una volta quanto sia prezioso il lavoro di squadra. Non importa dove si trovino fisicamente i membri del team: il loro contributo è sempre essenziale.

Ci sono stati anche momenti di pura gioia, come quando, grazie a una scelta strategica, sono stato in testa alla regata per 12 ore. È stato un momento straordinario, una conferma che la rotta scelta — navigare verso est — era quella giusta. Ma anche in quell’istante di soddisfazione, la mia mente era con il team. Ogni successo è il risultato di uno sforzo collettivo, di una sinergia che coinvolge tutti, sia chi è a bordo, sia chi lavora dietro le quinte.

Questa regata, come la vita aziendale, è un continuo gioco di squadra. Si vince e si perde insieme, e ogni contributo è essenziale, specialmente nei momenti più difficili. La barca è una perfetta metafora aziendale: ogni componente deve funzionare in armonia per permettere al sistema di performare nel migliore dei modi. 

Le ultime 24 ore sono state un po’ difficili perché sono rimasto bloccato in una zona senza vento e in presenza di alcune nuvole che influenzano modificando, le previsioni. Il vento si fermava, tornava, si spostava a sinistra, a destra… folle e imprevedibile.

ieri sera ero riuscito a agganciare l’aliseo e la barca per un certo momento si è mossa veloce verso sud. Ma nonostante le previsioni sembrassero buone, ideali per raggiungere il Pot-au-Noir con venti che dovevano gradatamente posizionarsi a est, tutto è cambiato.

Stamani i modelli danno ancora sulla mia zona venti da 50/60° e in realtà soffiano a 20°: uno scarto irreale che mi blocca e mi costringe ad andature che non vorrei.

Vedremo nei prossimi giorni come evolverà il Pot-au-Noir, ma per ora devo solo cercare di restare calmo e asettico.

RACE, NOVEMBER 19, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on November 19, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)

 

Tra sfide e bonaccia, verso l’emisfero sud

Mi trovo vicino all’equatore, con la mia Prysmian impegnata in questa straordinaria avventura. Ogni giorno è un test di forza fisica, mentale ed emotiva. E l’ultima settimana, in particolare, non ha fatto eccezione.

La settimana appena trascorsa è stata segnata da una situazione che ogni velista teme: la bonaccia. Attraversare aree di vento debole, non previste dai modelli meteorologici, è sempre frustrante. Per ore, anzi giorni, ho visto Prysmian quasi immobilizzata o obbligata a muoversi in andature che non avrei voluto, con il vento che sembrava aver deciso di prendermi in giro. Ogni regata ha i suoi momenti no, ma questo mi ha colto di sorpresa, facendomi perdere molte posizioni preziose. A volte gli strumenti che abbiamo a disposizione tradiscono la nostra fiducia e quando i modelli indicano la presenza di un vento a 50° e te lo ritrovi a 25, è dura da accettare. E diventa necessario reagire. Anche quando il vento è fermo, la determinazione deve restare in movimento.

Durante questa fase complessa, non sono mancati i problemi tecnici. Ho dovuto riparar una vela che aveva ceduto a Cap Finisterre. È stato un lavoro lungo e faticoso, una manovra che ha richiesto 14 ore di energie fisiche e concentrazione mentale, ma era indispensabile. Avere una barca al massimo delle sue prestazioni è essenziale per affrontare le migliaia di miglia che mi aspettano.

Come se la settimana non fosse stata già abbastanza impegnativa, ieri ho dovuto sostituire uno dei tre anemometri che ho in testa d’albero, salendo a circa 30 metri di altezza, sotto un sole cocente.

Sospeso tra cielo e mare, con le onde che muovono la barca e il sole che ti fa bollire la pelle protetta dalla cerata e dagli stivali (obbligatori in queste operazioni), tutto sembra amplificato. Ma in quei momenti non c’è spazio per i dubbi. Devi agire, concentrarti sull’obiettivo e fidarti del tuo corpo e della tua attrezzatura. Non lo rifarei volentieri, ma so che era necessario per avere una barca performante. E quando è necessario, non si discute: si fa.

Adesso Prysmian vola verso l’equatore con un vento favorevole che finalmente soffia nelle vele. Attraversare la latitudine 0 è sempre un momento speciale in una regata come il Vendée Globe. È una sorta di traguardo simbolico, che segna il passaggio a una nuova fase dell’avventura. Il mio obiettivo è quello di entrare presto nell’emisfero sud, dove mi aspettano altri venti e altre sfide. Ma questo fa parte del gioco. Ogni giorno è una nuova opportunità per imparare, crescere e dare il massimo.

 

L’emisfero sud

Siamo nell’emisfero sud… la nostra opzione a est purtroppo si è rivelata errata, contraria a tutte le previsioni. Ci siamo trovati a perdere tutto il gruppo, che adesso è entrato in un sistema meteo diverso dal nostro. 

Adesso l’unica speranza è che ci sia un’altra bolla anticiclonica davanti che ci permetta di ritornare, che è quello che è successo nella prima parte della regata, quando il vento si è fermato per noi e tutti coloro che erano dietro hanno recuperato.

A volte mi sembra di vivere una punizione, ma questa è la vela. Bisogna solo restare calmi e sperare che ci sia data una nuova occasione. Intanto penso a fare bene nel nostro gruppo.

RACE, NOVEMBER 23, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on November 23, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)
Equator

 

Navigare tra le scelte

È dicembre. La situazione attuale della regata rappresenta uno di quei momenti cruciali in cui la strategia e l’adattamento alle condizioni diventano fondamentali. Al Vendée Globe, ogni scelta conta, e ogni piccola decisione può fare la differenza tra guadagnare terreno o perderlo.

Al momento, ci troviamo con una bassa pressione alle spalle, un vantaggio che sto cercando di sfruttare al massimo. Questo tipo di configurazione meteorologica permette di sviluppare velocità elevate, specialmente per le barche foil come la mia. I foil ci consentono di sollevare parte dello scafo fuori dall’acqua, riducendo la resistenza e aumentando l’efficienza complessiva della barca. Tuttavia, la posizione in regata non si basa solo sulla velocità pura, ma su una combinazione di elementi: la capacità di leggere le condizioni meteorologiche, scegliere la rotta migliore e sfruttare al massimo l’attrezzatura a disposizione.

La mia scelta di portarmi più a sud è stata dettata proprio dalla necessità di trovare un vento più stabile e intenso. Questo potrebbe compensare il fatto che i foil funzionano meglio con un angolo più aperto rispetto a barche senza foil, come quelle dotate di daggerboard che stanno scegliendo una posizione più a nord. L’obiettivo è massimizzare le prestazioni nel breve periodo e, al tempo stesso, posizionarmi strategicamente per il prossimo sistema meteorologico.

Il gruppo di barche davanti a me rappresenta un punto chiave nella mia regata. Restare nello stesso sistema meteorologico di quei concorrenti è fondamentale per mantenere aperte le opportunità di recupero. Se le condizioni cambiano drasticamente e ci troviamo in sistemi diversi, il distacco potrebbe diventare difficile da colmare.

Il fatto di avere davanti skipper come Louis Burton e gli altri rappresenta una motivazione in più. Louis, in particolare, è un regatante straordinario: la sua abilità e la sua esperienza fanno sì che ogni errore venga capitalizzato a suo favore. Sapere che devo competere contro marinai di questo calibro mi spinge a dare il massimo e a non lasciare nulla al caso.

Una delle grandi differenze tra questa edizione del Vendée Globe e quelle passate è l’evoluzione tecnologica. Le barche foil stanno ridefinendo il modo di navigare e competere in solitario. La velocità che possiamo raggiungere è impressionante, ma richiede anche una grande precisione nel controllo e un’attenzione costante alle sollecitazioni che subisce la barca. È una navigazione più veloce, sì, ma anche più esigente fisicamente e mentalmente. Ogni rumore, ogni vibrazione deve essere interpretata immediatamente per evitare danni e ottimizzare le prestazioni.

In questo momento, la sfida più grande è bilanciare velocità e sicurezza, specialmente mentre ci avviciniamo al Grande Sud. Qui, il mare diventa più aggressivo, le onde più alte e il freddo più intenso. È una danza costante tra spingere la barca al massimo e preservarla per il resto della regata.

Superare il Capo di Buona Speranza rappresenta una pietra miliare nella regata. È il punto in cui entriamo nel Grande Sud, un territorio tanto affascinante quanto spietato. Le condizioni qui non perdonano errori: venti forti, onde gigantesche e temperature che mettono alla prova non solo la barca, ma anche il corpo e la mente dello skipper.

La strategia prima di affrontare questa zona è cruciale. Ogni elemento deve essere verificato: le vele, i sistemi di bordo, l’energia a disposizione. Inoltre, devo considerare il pericolo rappresentato dagli oggetti galleggianti, come i container non visibili ai radar, che in queste acque remote possono diventare una seria minaccia. È una realtà con cui dobbiamo fare i conti e che richiede massima attenzione.

Mentre continuo la mia rotta, il mio pensiero è costantemente rivolto al passo successivo: come posizionarmi, come guadagnare terreno, come affrontare le sfide del Grande Sud. Ogni giorno al Vendée Globe è un nuovo inizio, una nuova opportunità per imparare qualcosa di più su me stesso, sulla mia barca e sull’oceano. È una sfida che accetto con entusiasmo e rispetto, sapendo che ogni miglio percorso mi avvicina non solo al traguardo, ma a una comprensione più profonda del mio ruolo in questa avventura.

RACE, NOVEMBER 29, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on November 29, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)

 

Passaggio di Capo di Buona Speranza

Giovedì 5 dicembre, alle 11.24 ho attraversato la longitudine del Capo di Buona Speranza e qualche ora dopo quella di Capo Agulhas, che segna il passaggio dall’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano. Pochi festeggiamenti: la concentrazione è tutta sulle condizioni che devo affrontare, qui tra i vari gorghi della corrente di Agulhas. Con venti tra i 30 e i 40 nodi e uno stato del mare complesso sto cercando di tenere il passo con la frequenza della mareggiata, altrimenti inizia a surfare e si schianta. Sto osservando attentamente le carte nautiche, ma il mare è così disorganizzato che mi sembra di fare una traversata in 4×4. Devo cercare di controllare il più possibile la velocità per evitare soste a buffet. Navigare a 25 nodi per colpire un muro non serve a molto. Bisogna accettarlo. 

Non ha senso andare a tutto gas in alcuni momenti e a dieci nodi in altri, con il rischio di rompere tutto. Sto lavorando sodo per trovare le regolazioni che mi permettano di mantenere una velocità costante. Regolo costantemente le scotte della randa e della vela di prua. La mia attenzione è rivolta anche al nuovo, fortissimo sistema di bassa pressione in arrivo. Questi sistemi successivi sono ciò che si verifica nell’Oceano del Sud. Si spera sempre di fare il giro del mondo con 15 nodi di vento, ma non è così!

Inizio a essere stanco dopo 27 giorni di regata. Sto bene e anche la barca, ma non mi sveglio più così facilmente come prima, quando la sveglia suona quando faccio i miei pisolini. È la prova che il mio corpo ha bisogno di riposo.

RACE, NOVEMBER 13, 2024 : Photo sent from the boat Prysmian during the Vendee Globe sailing race on November 13, 2024. (Photo by skipper Giancarlo Pedote)

 

Un mese di regata

Dopo un mese di navigazione senza sosta, mi trovo in una delle fasi più dure del Vendée Globe. Con Capo di Buona Speranza alle spalle e la vastità dell’Oceano Indiano davanti, sono impegnato in una sfida quotidiana contro onde incrociate, correnti disordinate e sistemi di depressione che non danno tregua. La strada verso la Tasmania è ancora lunga e densa di ostacoli. È come essere in una lavatrice gigante impostata sulla centrifuga permanente”, ha commentato Giancarlo in un messaggio dal bordo della sua barca. “Le depressioni si susseguono, una dopo l’altra, senza lasciarti il tempo di respirare. Non è il vento il problema principale, ma il mare incrociato e disordinato, che colpisce senza pietà. È impossibile stare in piedi senza essere sbattuti da una parte all’altra. Anche preparare da mangiare diventa una prova di resistenza. Mi trovo a metà strada tra il Capo di Buona Speranza e le Isole Kerguelen.

Ho deciso di modificare la rotta, spostandomi più a nord, nel tentativo di trovare condizioni di mare e vento che permettano alla barca di avanzare senza i continui stop causati dalle onde. Questa scelta tattica mi permette di evitare le zone di correnti più insidiose, ma la navigazione rimane estremamente complessa. Le zone di corrente, dal Capo di Buona Speranza fino al meridiano dei 70° Est, note come correnti delle Agulhas, sono difficili perché creano vortici e onde da tutte le direzioni che bloccano l’avanzare della barca.

Il percorso verso la Tasmania è ancora lungo e, purtroppo, le previsioni meteo non sono incoraggianti. I sistemi di bassa pressione continuano a rincorrersi con una velocità impressionante e le onde non accennano a placarsi. Guardo verso sud sperando in una finestra per scendere verso la Tasmania, ma una grossa depressione è già in arrivo per la fine della settimana. Ora devo concentrarmi molto sul presente per riuscire a portare l’imbarcazione su questo mare che è davvero “arrabbiato”: si avanza con grande fatica perché la barca parte dei surf mostruosi per poi andare a sbattere nell’onda davanti. Sono condizioni complesse dove non si riesce ad accelerare, bisogna andare al ritmo delle onde. È necessario avere pazienza, accettare che è così. Speriamo che dopo Capo Leeuwin potremo avere delle condizioni un po’ più clementi, per poter passare dalla sopravvivenza alla regata, perché per ora il rischio di rompere è importante.

 

Oceano Indiano – Quasi Capo Leeuwin

16 dicembre. Nell’immensità agitata dell’Oceano Indiano, ogni giorno è un confronto incessante contro gli elementi. Sono stanco ma risoluto, avanzo verso Capo Leeuwin, il secondo dei tre grandi capi del mio giro del mondo, che prevedo di superare domani.  Sto bene, ma sono un po’ stanco perché in questo Indiano non c’è davvero mai un attimo di tregua. Dal passaggio del Capo di Agulhas, che segna l’ingresso in questo oceano un tempo chiamato Oceano Orientale o Mare delle Indie, ho dovuto affrontare una serie di depressioni particolarmente violente. È soprattutto lo stato del mare a rendere la vita a bordo molto difficile. Ogni spostamento diventa estremamente complicato.

La barca sta andando piuttosto bene, e questa è una buona notizia. Da poco, lo stato del mare è leggermente migliorato, ma siamo davanti a un sistema meteorologico importante. Bisogna quindi mantenere il ritmo. Il vento è a volte molto instabile, per cui bisogna adattarsi. In certi momenti la prua affonda un po’, quindi bisogna cercare i giusti assetti.

Cerco una traiettoria ottimale verso sud della Nuova Zelanda. Restare un po’ più a nord è una scommessa per preservare il materiale e navigare in condizioni più gestibili. Vedremo se pagherà. Sarà una tappa importante, soprattutto a livello mentale.

Fa piacere, ma la strada è ancora lunga. Possono ancora succedere molte cose e l’avaria di Pip Hare, la scorsa notte, ce lo ha ricordato ancora una volta. Sono così dispiaciuto dalla notizia del disalberamento della navigatrice britannica. Sono molto dispiaciuto per lei, perché stava facendo una gara incredibile fino a quel momento. È una prova davvero dura per lei e per il suo team. Il nostro sport è uno sport meccanico, e a volte è terribilmente ingrato. Fortunatamente, si trovava vicino all’Australia. Se questo incidente fosse accaduto al Punto Nemo, la situazione sarebbe stata molto più complicata da gestire. Ogni impresa in mare aperto è fragile.

Speriamo di essere trattati meglio lì, perché l’Indiano è stato davvero poco ospitale.

 

A poche ore dalla partenza del Vendée Globe 2024

A poche ore alla partenza del Vendée Globe 2024-2025, il giro del mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza, Giancarlo, unico velista italiano in gara, è pronto a navigare nuovamente verso l’ignoto a bordo dell’IMOCA Prysmian. Domenica 10 novembre parte l’avventura che vedrà protagonisti 40 navigatori provenienti da tutto il mondo. Dopo mesi di preparazione intensa e accurata, la squadra tecnica di Pedote si avvicina a questo momento cruciale con grande concentrazione e determinazione.

Alla sua seconda partecipazione nella competizione più dura della vela oceanica, Giancarlo porterà ancora una volta i colori dell’Italia e del suo storico partner Prysmian. Già ottavo classificato nella scorsa edizione, Giancarlo si appresta a intraprendere una sfida che non è solo sportiva, ma anche profondamente personale e umana.

“A poche ore dalla partenza della Vendée Globe, le emozioni sono intense e contrastanti,” racconta Giancarlo Pedote. “Da un lato c’è l’adrenalina e la voglia di tornare a sfidare il mare aperto, dall’altro la consapevolezza che ogni miglio percorso sarà una prova per me, come navigatore e come uomo. Vivere questo momento significa staccarsi da tutto, dalle proprie abitudini, dagli affetti più cari, e fare i conti con sé stessi e con il mare, in un viaggio che dura diversi mesi e che ti mette a nudo in ogni senso. È una prova fisica e mentale, ma anche emotiva: essere lontano dalla mia famiglia, da mia moglie e dai miei figli, è la parte più difficile. Ma loro sono sempre con me, in ogni pensiero, e sono la mia forza quando le cose si fanno dure. In mare si è soli, ma al tempo stesso mai veramente soli.”

Prysmian, un IMOCA affidabile e competitivo, è stato sottoposto a importanti lavori di ottimizzazione per questa edizione del Vendée Globe. Con modifiche strutturali che migliorano la stabilità, la velocità e la sicurezza della barca, il team tecnico ha lavorato fianco a fianco con Giancarlo per garantire che ogni dettaglio fosse perfezionato per affrontare al meglio questa sfida titanica. Il connubio tra uomo e tecnologia è ciò che rende possibile affrontare le condizioni estreme degli oceani, e l’imbarcazione è pronta a dimostrare ancora una volta il proprio valore.

“Mancano poche ore alla partenza di una sfida straordinaria, e siamo orgogliosi di essere al fianco di Giancarlo Pedote in questo percorso epico,” dichiara Cristina Bifulco, Chief Investor Relations, Sustainability and Communication Officer. “Il Vendée Globe non è solo una competizione sportiva, ma un simbolo di resilienza, determinazione e capacità di superare i propri limiti. Giancarlo rappresenta alla perfezione questi valori, così come il nostro impegno verso l’innovazione e la sostenibilità. Questa regata è per noi l’occasione di testimoniare come tecnologia e spirito umano possano collaborare per raggiungere obiettivi ambiziosi. Sostenerlo significa celebrare l’eccellenza e la passione per le sfide impossibili.”

Con lo sguardo rivolto verso l’oceano, Giancarlo e Prysmian si preparano a vivere una nuova ed entusiasmante avventura in questa edizione della Vendée Globe. Il conto alla rovescia è quasi giunto al termine e presto il grande mare sarà il loro palcoscenico. In un viaggio che metterà alla prova il coraggio, l’abilità e la resistenza, Giancarlo si spingerà oltre i confini della navigazione oceanica e delle proprie capacità, per onorare il sogno di ogni velista: completare il giro del mondo in solitaria.

 

Insieme a loro, come sempre gli sponsor tecnici, aziende che credono in questo progetto:

Caro Giancarlo, con l’avvicinarsi del Vendée Globe, a nome di Helly Hansen desidero farti i miei più sentiti auguri mentre ti prepari a questo incredibile viaggio. Affrontare una delle competizioni veliche più impegnative al mondo, in pieno spirito Helly Hansen, non è un’impresa da poco e non potremmo essere più orgogliosi di averti come nostro rappresentante. La tua dedizione, la tua resistenza e il tuo coraggio incarnano veramente ciò che Helly Hansen rappresenta. Seguiremo i tuoi progressi e faremo il tifo per te a ogni passo. Che venti e mari favorevoli possano accompagnarti in questo viaggio epico intorno al mondo. In bocca al lupo!

Carlos Bravo, Regional Director – South Europe & Lat Am Helly Hansen Sport

Dopo tanti anni di collaborazione siamo felici essere ancora al fianco di Giancarlo in questa avventura. La sua umanità e storia velica sono una testimonianza degli stessi valori fondanti della nostra azienda, passione, rispetto e precisione. Buon vento a Prysmian!”

Rossella Maffioli, Commercial Director di Gottifredi Maffioli

 

“Giancarlo incarna perfettamente lo spirito che da più di 80 anni muove Raymarine: spingersi oltre i limiti di ciò che già è possibile, tutti i giorni, passo dopo passo.

Siamo come sempre orgogliosi di accompagnarlo a bordo di Prysmian anche in occasione di questa nuova storia”.

Carlo Baj – Country Manager of Raymarine Italia

 

Vi presento il mio Gemello Digitale

Se guardate in basso a destra della pagina che state leggendo, troverete un’importante novità: il mio Gemello Digitale, uno strumento innovativo basato sull’intelligenza artificiale, un punto di contatto più accessibile e che si ispira a un valore in cui credo molto: l’inclusione. 

Poter fare in modo che praticamente tutti, in tutto il mondo, a qualsiasi ora, possano avere delle risposte basilari alle curiosità che possono avere su di me, e che si trovano sul mio sito, mi fa piacere. 

Purtroppo, non riesco a rispondere come vorrei a tanti messaggi che ricevo quotidianamente, né riescono a farlo le persone che lavorano con me. E non parliamo 50 lingue, come il mio gemello digitale…

La scelta di utilizzare questa tecnologia è nata con l’intento NON di creare un intermediario, ma un aiuto, qualcosa di semplice, che tutti possono utilizzare, anche i più piccoli: è possibile interagire digitando le domande piuttosto che dettandole, a qualsiasi ora e fuso orario, senza dover essere messo in attesa. 

Le risposte vengono prese dal mio sito internet e basate su un linguaggio in evoluzione, per questo a volte potranno essere curiose o non precise. Ma l’obiettivo è quello di migliorare: il modello utilizzato è in grado di imparare ed evolvere con il tempo e l’utilizzo, e io dalle domande che riceverò attraverso il mio Gemello Digitale, potrò prendere ispirazione per creare e inserire nuovi contenuti sul mio sito o i miei social. 

Il mio Gemello Digitale nasce da una storia di amicizia, grazie all’esperienza di Francesco Rulli, amico e figlio di Roberto, il mio indimenticabile insegnate di Judo. Francesco ha voluto offrirmi questo strumento creato dalla sua Querlo e con orgoglio abbiamo regalato al mondo della vela – forse per primi – una soluzione di questo tipo. E mi piace che sia stata l’Italia a farlo.

 

QUERLO

Querlo è un leader di soluzioni di Intelligenza Artificiale personalizzate, fondato nel 2015 con sede in Italia e negli Stati Uniti. Specializzato nello sviluppo di chatbot avanzati e assistenti digitali, i sistemi di IA di Querlo si integrano perfettamente con le più moderne piattaforme di Enterprise e Business Intelligence. Grazie al Querlo Chatbot Studio, uno strumento all’avanguardia, l’azienda ha sviluppato quasi 20.000 soluzioni conversazionali, su misura per soddisfare le esigenze diversificate dei clienti.

Sotto la guida di Francesco Rulli, CEO di Querlo e appassionato velista, l’azienda è ispirata a una filosofia di innovazione e sostenibilità. Rulli ammira Giancarlo Pedote per la sua dedizione incondizionata allo sport della vela e per il suo impegno verso la sostenibilità e il miglioramento del mondo.

L’esperienza di Querlo in Natural Language Understanding (NLU), Natural Language Processing (NLP) e Natural Language Generation (NLG) si arricchisce ulteriormente grazie all’uso delle tecnologie più avanzate, come OpenAI, ChatGPT, e una gamma di modelli linguistici privati e open-source.

Maggiori informazioni su Querlo visitate www.Querlo.com

The Transat CIC GIANCARLO TAGLIA IL TRAGUARDO

Un duro test in vista del Vendee Globe 2024

Il 9 maggio 2024, Giancarlo alle ore 18:07 di New York, mezzanotte e 07 di venerdì 10 maggio, ha tagliato il traguardo della Transat CIC 2024, un’epica traversata che lo ha portato da Lorient a New York, mettendo alla prova sia le sue abilità di navigatore e marinaio che la resistenza della sua imbarcazione Prysmian.

Partita da Lorient, in Francia, il 28 aprile scorso, The Transat CIC si è rivelata una delle regate più impegnative degli ultimi anni, con le perturbazioni meteo che hanno messo a dura prova tutti gli equipaggi dei trentatré skipper partecipanti nella classe IMOCA.

Giancarlo ha dovuto affrontare una serie di problemi tecnici dovuti alle dure condizioni di navigazione. I più importanti, che hanno maggiormente influenzato in negativo la sua performance, sono stati il malfunzionamento del pilota automatico principale (con conseguente necessità di utilizzare il secondo disponibile solo in modalità bussola) e un serio problema alla timoneria.

Sabato 4 maggio, intorno a mezzogiorno orario italiano, Pedote navigava di poppa in un vento di 30/35 nodi con 2 mani di terzaroli e la vela di prua J2 ad una velocità di circa 18 nodi.

Improvvisamente la barca è partita in strapoggiata ed ha strambato – racconta Giancarlo – ero all’interno della barca e mi sono trovato scaraventato contro la murata. Mi sono precipitato in pozzetto per ristabilizzare la navigazione lascando le vele e la volante e chiudendo il J2, e quando ho preso la barra del timone in mano mi sono reso conto che era sganciata dai timoni”.

Il brusco sbandamento era stato provocato dallo scollamento della barra di trasmissione – situata tra la barra del timone e i timoni stessi – nel punto di giuntura al carbonio. Un problema che ha fatto sì che la barca fosse ingovernabile sia con il pilota automatico sia manualmente.

 

Stavo andando alla deriva – continua Giancarlo – e dopo aver messo la barca in sicurezza sono andato subito a ispezionare l’interno per rendermi conto del problema. Non nego che durante il controllo, il pensiero più forte fosse relativo a quale procedura di recupero avrebbero adottato: se dal cielo o dal mare.

Ho contattato subito il mio boat captain, Gaby Bucau, e insieme a lui sono riuscito a trovare una soluzione per assemblare di nuovo la trasmissione dei timoni utilizzando i materiali presenti a bordo”.

Questa soluzione provvisoria è stata testata per le miglia mancanti ma soprattutto monitorata costantemente, durante l’attraversamento di numerosi centri depressionari, verificando in ogni momento che l’imbarcazione fosse in sicurezza, scegliendo rotte meno impegnative per l’imbarcazione e vegliando su possibili piani alternativi in caso di peggioramenti. “Ho dato tutto me stesso per far fronte agli imprevisti e raggiungere la meta, ma non potevo accelerare perché un’ulteriore rottura del sistema dei timoni avrebbe significato dover chiudere la regata”.

Per Giancarlo, The Transat CIC è stata un’occasione per testare se stesso e la sua imbarcazione in condizioni estreme, in vista del Vendée Globe 2024, la regata intorno al mondo in solitario e senza scalo, che prenderà il via il prossimo novembre.

The Transat CIC è stata una vera e propria prova di resistenza e determinazione per me e il mio team”, ha dichiarato Giancarlo al suo arrivo a New York. “Le condizioni meteo estreme e le difficoltà incontrate lungo il percorso ci hanno messo a dura prova, ma siamo estremamente soddisfatti di aver superato questa sfida. È stato un ottimo allenamento in vista del Vendée Globe, che affronteremo con ancora più determinazione e consapevolezza.

Voglio ringraziare tutto il mio team e i miei sponsor per il loro prezioso supporto durante questa regata”, ha concluso Giancarlo Pedote. “Senza di loro, non avremmo potuto raggiungere questo risultato. Voglio anche congratularmi con tutti gli altri skipper che sono giunti a New York, dimostrando il loro talento e la loro determinazione.

 

IL SOSTEGNO DEGLI SPONSOR

« Siamo molto contenti di iniziare la stagione sportiva 2024 con The Transat CIC e siamo molto orgogliosi di come Giancarlo ha condotto e gestito la regata. Giancarlo ha dimostrato ancora una volta di essere un top performer, dando prova di grande concentrazione e problem solving. Guardiamo a questa stagione, che ci porterà finalmente al nostro secondo VG, con molta positività e determinazione. »

Francesco Zecchi, presidente POR – Prysmian Ocean Racing

Offshore sailing is a technical sport, but it demands a lot of creativity, toughness and resilience to fight big and small battles and finish The Transat CIC one of the most challenging sailing races. Thank you Giancarlo for leading the way and sharing with us these incredibly strong values. Looking forward to see you learn from these challenges and come back stronger on Prysmian”.

Timothée Wetzel, Marketing Manager Helly Hansen e tutto il team Helly Hansen

 

Il coraggio di Giancarlo, la sua determinazione e la sua straordinaria capacità di superare ogni ostacolo incontrato in mare servono da ispirazione a tutti noi. Gottifredi Maffioli è orgogliosa di essere a bordo dell’Imoca Prysmian!

Rossella Maffioli, Commercial Director Gottifredi Maffioli

 

In questa complicata The Transat CIC, Giancarlo dimostra tecnica e resilienza anche nei momenti più difficili. Ben oltre i traguardi a breve termine, è l’esempio di ciò che significa essere un grande navigatore”.

Team Raymarine Italia

 

Kohler Engines/Lombardini Marine si congratula con Giancarlo per essere arrivato in fondo a questa edizione della Vendee Globe, riconoscendo le difficoltà affrontate durante la competizione. Siamo orgogliosi di aver visto il suo coraggio e la sua determinazione che lo hanno guidato fino al termine della regata”.

Il Team Kohler

The Transat CIC

26 APRILE 2024

Dopo il cantiere invernale iniziato a metà dicembre, al ritorno dalla Transat Jacques Vabre Normandie – Le Havre, ed essere tornata in acqua il 21 marzo, Prysmian è pronta per il primo impegno della stagione: The Transat CIC, la traversata atlantica da Lorient, in Bretagna, fino a New York.
Sarà una stagione 2024 impegnativa per Giancarlo, che avrà come apice il Vendée Globe che prenderà il via il 10 novembre da Les Sables d’Olonne. Da questo momento in poi, ogni ora in mare e ogni miglio navigato saranno preziosi. Gli obiettivi di questa prima regata, che partirà domenica 28 aprile alle 13:30 saranno, da un lato, testare l’imbarcazione per continuare a renderla il più affidabile possibile, dall’altro, qualificarsi per il giro del mondo e affrontarlo nelle migliori condizioni possibili. E la XV a edizione di The Transat CIC, con un totale di 3.500 miglia, da percorrere fino a New York contro venti e correnti predominanti, si prospetta come il perfetto esordio della stagione, con il ritorno in solitario, dopo una stagione 2023 in doppio.
Ben 33 partecipanti nella classe IMOCA prenderanno il via verso il Nuovo Continente, molti dei quali varati nelle ultime settimane.
Giancarlo quest’anno è stato uno dei primi a completare il cantiere invernale e a tornare in acqua.
“I lavori di rifacimento che abbiamo effettuato quest’inverno sono stati abbastanza brevi ma intensi. Il team ha lavorato sodo e ha fatto un ottimo lavoro, permettendo di uscire in mare abbastanza presto e di convalidare molte cose, anche se in realtà non abbiamo apportato significative modifiche alla barca. Il lavoro degli ultimi mesi non ha visto sviluppi particolari su Prysmian, ma piuttosto un controllo completo. Abbiamo aggiornato l’elettronica, aggiunto pannelli solari, cambiato le antenne, sostituito le cime e poi smontato e rimontato tutte le parti. Il vero cambiamento del 2024 è programmato la prossima estate, quando i due timoni verranno sostituti con due nuove appendici. Le prime sessioni in mare, alcune delle quali realizzate in condizioni impegnative, ci hanno permesso di fare dei test completi che mi hanno rassicurato.” spiega Giancarlo, che è riuscito a navigare in più occasioni con venti di circa 20 nodi, raggiungendo a volte i 35 o addirittura i 40 nodi, e completando anche una sessione offshore di 36 ore.
“Abbiamo incontrato alcuni problemi, che è stato meglio affrontare prima piuttosto che durante la gara. Ad esempio, abbiamo avuto un leggero problema di tenuta stagna, che, se non affrontato prontamente, avrebbe potuto causare complicazioni. Le nostre imbarcazioni sono così complesse che non possiamo permetterci di trascurare nulla, poiché anche il problema più insignificante può rapidamente trasformarsi in un grosso problema. Alla fine, abbiamo fatto buon uso del tempo a nostra disposizione.”

Obiettivo: ritrovare il ritmo e abituarsi a tornare in mare aperto

“L’obiettivo quest’anno è il Vendée Globe. Pertanto, devo essere realistico e continuare a procedere passo dopo passo. In questa edizione di The Transat CIC sarà importante spingere ragionevolmente sulla barca e restare in osservazione, risolvere eventuali problemi e studiare future migliorie. In breve, si tratta di fare le cose nell’ordine giuste.”, sottolinea Giancarlo, che rimane concentrato sull’obiettivo principale e sa anche troppo bene che ci saranno molti passaggi chiave da gestire nella rotta tra Lorient e New York: numerosi passaggi depressionari, la Corrente del Golfo, mari incrociati, ghiacci alla deriva, nebbie dense. The Transat è una gara nota per essere impegnativa. Subito a seguire, ci sarà il trasferimento di ritorno. La barca dovrà quindi sopportare il peso di due traversate atlantiche consecutive senza un test di regata più breve. Lo stesso vale per Giancarlo: “Sarà fondamentale riprendere subito il ritmo della
navigazione in mare aperto. Dovrò ri-abituarmi a dormire in un letto che si muove in tutti i sensi, ad esempio, e accettare di dover affrontare la transizione “modalità terrestre / modalità marina” durante questa regata. L’obiettivo sarà ritrovare la sintonia con la barca il più rapidamente possibile.” conclude, con lo sguardo già rivolto al Vendée Globe.

 

27 APRILE 2024

Pronti a tagliare la linea di partenza per la grande avventura domani alle 13:30!
“Martedì scorso è stata una giornata emozionante, con la parata delle imbarcazioni che ha segnato l’inizio de The Transat CIC. Dopo un’ottima performance – il quarto miglior tempo su 33 imbarcazioni, grazie al mio team! – mi sento pronto affrontare il grande Oceano insieme a Prysmian. Non vedo l’ora di ritrovare la mia barca in solitario in questa incredibile regata oceanica.”

 

29 APRILE 2024

Con il vento dell’Atlantico che soffia sulle vele e il mare che si stende intorno, le prime 24 ore di regata sono passate. “Questa notte ho provato a dormire a prua, in cuccetta e sul fondo, ma si batte già talmente per le onde che saltavo in qualsiasi posizione cercando di coricarmi. Questo io lo definisco segnale del passaggio TERRA-MARE, una sorta di benvenuto in oceano, ma mi sono già abituato anche se è stato duro.”
Lasciata Lorient alle spalle, Giancarlo si dirige verso l’Irlanda, pronto ad affrontare la prima vera perturbazione. “Il fronte si avvicina, promettendo di metterci alla prova. Devo trovare il giusto equilibrio tra velocità e rotta, per non perdere il flusso meteo. Un meteo che ci ha sorriso ai primi istanti di partenza da Lorient, regalandoci ore di sole e vento favorevole. Il cielo limpido si è specchiato sul mare, accompagnando la nostra navigazione con uno spettacolo di colori e luci che solo il mare sa offrire e di cui sinceramente sentivo la mancanza. È stato un inizio che mi ha accompagnato nella ricerca del mio equilibrio in mare dopo tanto tempo passato a terra. Ogni istante trascorso in mare è un momento di connessione con la natura, con la mia barca e con me stesso. È una sfida contro il tempo e contro se stessi, un’esperienza che mette alla prova le proprie capacità, ma che regala anche emozioni uniche e indimenticabili. In queste prime ore di navigazione, ho avuto modo di apprezzare la bellezza e la maestosità del mare, di sentire il suo respiro e di lasciarmi trasportare dalla sua forza.”
Il vento più forte arriverà tra due giorni e mezzo ed è la classica situazione in cui non si vince la regata, ma probabilmente si perde. “Cercherò di navigare al cento per cento, prima di ritrovarmi a gestire mille difficoltà come la Corrente del Golfo. Quindi le prossime ore saranno intense e impegnative, ma sono pronto a tutto. Con determinazione e coraggio, navigherò consapevole che ogni miglio che mi allontana dalla Bretagna è un miglio verso il Nuovo Continente.”

 

30 APRILE 2024 – Tutto secondo i piani

“Scrivo dopo 1 giorno, 20 ore e 37 minuti di regata e nel mio diario di bordo posso dire che il morale è alto. Mi trovo in dodicesima posizione e navigo a 14 nodi in un gruppetto centrale insieme a Benjamine Ferré e Justine Metraux. Segue a poche miglia il tedesco Boris Hermann. I primi ci precedono di circa 40 miglia, ma il vento, che in questo momento abbiamo al traverso, rende la barca di difficile gestione. Navighiamo tutti in sicurezza visto che nelle prossime ore il vento dovrebbe ruotare con intensificazione sulla nostra prua.
In linea di massima abbiamo tutti navigato con la stessa strategia, le differenze di scelte emergeranno dopo circa 72 ore di navigazione. Confermo che l’umore a bordo è buono e di base tengo un po’ il freno per tutelare soprattutto l’albero visto che subisce degli stress incredibili. E’ una valida occasione per verificare che tutto sia secondo i programmi.”
La rotta è trafficata di piccole imbarcazioni con cui Giancarlo entra in contatto radio per verificarne la rotta. “Li passeremo sul lato ovest a debita distanza, spero prima che arrivi un vento da nord decisamente impegnativo.”

 

1 MAGGIO 2024 – BREAKING NEWS

Durante la terza notte di navigazione numerosi problemi di elettronica hanno rallentato la navigazione di Giancarlo, che è stato costretto a navigare senza il pilota automatico principale e senza la strumentazione che riporta i dati delle prestazioni e del meteo sugli schermi. Giancarlo, insieme al suo team, ha individuato come causa dei problemi quella di falsi contatti che hanno generato un malfunzionamento di schermi e strumenti e sta lavorando per risolvere la situazione.
Navigare solo con il secondo pilota in modalità bussola, senza i dati della barca, ha impedito a Giancarlo di dormire, dovendosi concentrare sulla costante correzione della rotta verso New York. Da qui il conseguente rallentamento di Prysmian che nella notte ha perso circa 6 posizioni e naviga attualmente in 18esima posizione nel gruppo centrale dei 30 skipper IMOCA rimasti in regata.

 

2 MAGGIO 2024 – Di nuovo tutto bene a bordo

The Transat CIC è una regata impegnativa: la sua rotta da Lorient a New York affronta numerosi regimi depressionari del Nord Atlantico. “Nelle ultime 48 ore, ho avuto problemi con l’elettronica a bordo di Prysmian che ha reso la navigazione più difficile del previsto. Sono stato costretto a navigare senza il pilota automatico principale e senza la strumentazione che mi fornisce i dati delle prestazioni e della meteo.

Ho lavorato assieme al mio team di terra per trovare cause e soluzioni, e scomponendo i problemi abbiamo iniziato a risolvere i problemi più importanti. Adesso, con pilota funzionante e uno schermo attivo, posso finalmente concentrarmi sulla navigazione e tornare di nuovo in piena regata.
Adesso è notte per me, sono ancora in 18esima posizione, ma non mollo! Continuerò a dare il massimo per risalire in classifica e raggiungere New York al meglio delle nostre capacità.
Navigo con una velocità di 14 nodi con vento al traverso ma a breve seguirò la direzione del vento rimettendomi in direzione New York. Sono a circa 1900 miglia dall’arrivo, quindi più o meno metà regata e i giochi sono aperti a centro flotta”.

3 MAGGIO 2024 – Verso il centro della depressione

La notte è trascorsa abbastanza bene, anche se ci sono state alcune strambate da gestire per salti di vento. Nell’ultima, però, non sono riuscito a spingere quanto avrei voluto, quindi sono stato costretto a virare mure a sinistra. Adesso ci stiamo dirigendo verso la parte settentrionale della depressione, avvicinandoci al centro. Dovremo effettuare una strambata per rimanere a nord del centro depressionario. Con il vento che soffia da nord-est, possiamo iniziare a navigare al lasco per avvicinarci alle coste degli Stati Uniti. Entriamo nella fase più delicata, perché dovrò effettuare la strambata al momento giusto. L’obiettivo è fare le mosse giuste.
Questa è una regata avvincente e molto interessante dal punto di vista tecnico.
Stiamo trovando condizioni molto simili a quelle del Grande Sud in cui grosse depressioni generano situazioni complesse da affrontare. Il cielo è grigio. Sto navigando ad una velocità di 16 nodi con rotta 229 gradi, surfando le onde generate nella parte Nord di una grossa depressione. Il mio obiettivo è avvicinarmi al centro del sistema depressionario e riuscire a continuare la navigazione sul lato ovest della depressione, per cominciare ad avvicinarmi alla costa degli Stati Uniti.
Numerose imbarcazioni sono state costrette al ritiro e io resto concentrato a spingere e proteggere @prysmian_ , come lei fa con me. Mi ricorda quello ho vissuto durante il Vendée Globe 2020/21. Mi aiuta a prepararmi al prossimo“.
“Intorno a mezzogiorno ora italiana, nell’avvicinarmi al centro della depressione mi sono accorto che l’aria stava calando e quindi ho deciso di strambare per riposizionarmi nel vento.
Dopo la strambata sono andato a riprendere la volante e mi sono accorto che il cavo della volante si era impigliato in una parte del Lazy-Jack che ha ceduto a dritta: una parte è caduta, una è rimasta in alto. Non avendo avuto le condizioni per salire a liberarla, ho fatto un po’ il cowboy e per la grazia divina sono uscito a liberarla.
Ora forse ho un’idea per fare in modo che non risucceda… Un’altra difficoltà delle spalle: non molliamo e andiamo avanti!

 

4 MAGGIO 2024 – Posizionamento e scelta

Nelle ultime ventiquattr’ore ho cercato di fare un piazzamento rispetto al centro della depressione, ma non è semplice perché a mio avviso si sta muovendo in modo differente rispetto ai modelli. 

Ad ogni modo non ho scelta, sono obbligato ad andare avanti, soprattutto per piazzarmi rispetto alla zona dell’arrivo, in cui diminuirà il vento, e alla Zona di Esclusione dei Cetacei, una larga zona vicino alle coste americane, in cui è vietato navigare per proteggere la fauna marina.

Il mio fine è navigare in cerca di un vento fresco posizionato più a sinistra rispetto alla flotta davanti a me, per cercare un arrivo più a sud.

Oggi l’obiettivo è lanciare la barca verso un lungo bordo in direzione USA, per cercare la velocità, recuperare e cercare il piazzamento.

Mi sono impegnato a fare questa regata e voglio farla al meglio: ho avuto degli imprevisti ma fa parte del gioco. Quando succede dobbiamo risolvere, girare pagina e continuare a partecipare in modalità focus, concentrati su tutto ciò che possiamo controllare. Per me, adesso: il centro della depressione, la velocità della barca, prendermi cura di lei e di me stesso.” 

IMOCA Prysmian pronto per il 2024

Finisce il cantiere invernale 2023/24: l’ IMOCA Prysmian di Giancarlo è pronto a tornare in acqua in preparazione degli eventi che lo porteranno sulla linea di partenza del Vendée Globe 2024 nel mese di novembre.

L’ IMOCA Prysmian è di nuovo in acqua, dopo essere uscito ieri dal cantiere CDK, dove ha passato la stagione invernale per prepararsi alle regate di avvicinamento al Vendée Globe 2024.

Durante ogni cantiere invernale, tutto viene smontato, controllato, eventualmente sostituito e ristallato. In questa operazione qualsiasi componente viene inviato ai singoli produttori per la revisione e tutto viene testato in mare, sia che si parli di elettronica sia di meccanica. Una delle tecniche utilizzate per i controlli meccanici è quella dell’analisi del componente tramite sistemi di radiografie o con degli spray appositi, che permettono di vedere se i metalli hanno delle fessure o hanno dei problemi che potrebbero generare una rottura.  A Lorient, in questi ultimi tre mesi, è stata posta particolare attenzione sullo scafo, sull’albero e sull’impianto elettrico. La barca è stata rinforzata nei punti in cui gli studi di progettazione hanno visto aree di miglioramento. Alcune imbarcazioni del circuito IMOCA 60, disegnate dallo stesso studio di progettazione di Prysmian, hanno subito dei danni strutturali che hanno suggerito al team di posizionare dei rinforzi trasversali sullo scafo. Nonostante abbiano aggiunto del peso, permetteranno all’imbarcazione di resistere meglio alle sollecitazioni di velocità più sostenute, ottenute grazie ai foil installati lo scorso anno. Con l’incremento delle velocità sono stati rinnovati anche i timoni.  Infine, è stato rinforzato anche l’albero per renderlo più resistente alle sollecitazioni a cui la barca sarà esposta. Il cantiere invernale di Prysmian è stato un cantiere molto, molto complesso. Sono molto fiero del mio team che ha lavorato con passione per poter permettere una messa in acqua in perfetto timing – dichiara Giancarlo – Sappiamo benissimo che quando una cosa si spezza è perché è troppo leggera e l’esperienza di un Vendée concluso ci ha insegnato che la prudenza non è mai troppa”. In attesa di effettuare il test a 90° previsto per validare le modifiche realizzate, Giancarlo continua con una nota di “colore”: “L’uscita dal cantiere viene segnata da una nuova decorazione che mantiene il legame con la precedente ma include il nuovo logo di Prysmian, simbolo di un cambiamento nel continuum della loro storia”. È con grande soddisfazione che guardo le immagini del nostro IMOCA decorato con il nuovo brand, nato per rappresentare i valori su cui si fonda il gruppo e la volontà di Prysmian di farsi promotore della transizione energetica e della trasformazione digitale – afferma Maria Cristina Bifulco, Chief Investor Relations, Sustainability e Communication Officer di Prysmian. “Per noi non è solo un restyling, la nuova brand image rappresenta il senso di responsabilità di Prysmian e la nostra volontà di connettere milioni di persone ad un futuro sostenibile. Vederlo applicato sull’imbarcazione che sponsorizziamo, rafforza ancora di più il legame tra Prysmian e Giancarlo da sempre rappresentato da valori quali la fiducia, rispetto per l’ambiente e la continua ricerca di sfide”. La prima regata di quest’anno di Giancarlo sarà La Transat CIC che partirà il 28 aprile da Lorient. A questa regata seguirà un veloce cantiere estivo, che sarà quello definitivo e che porterà il team Prysmian sulla linea di partenza di Les Sables d’Olonne il prossimo 10 novembre, pronti per una nuova avventura al Vendée Globe.  

Transat Jacques Vabre 2023

6 NOVEMBRE 2023.

Finalmente modalità “ON”: domani inizia l’avventura anche per gli IMOCA60.

Giancarlo è pronto a prendere il largo insieme a Gaston Morvan con Prysmian Group verso la Martinica. Dopo i giorni scorsi che hanno visto un meteo da tregenda nel Canale della Manica, finalmente si apre una finestra per la partenza della classe IMOCA.

 

7 NOVEMBRE 2023. Partenza.

Rinviata per più di una settimana a causa del passaggio delle tempeste Ciaràn e Domingos, ha preso il via questa mattina alle 9:30, la 16a edizione della Transat Jacques Vabre Normandie – Le Havre per la Classe IMOCA. Giancarlo, Gaston e tutti i navigatori dei 60 piedi, sono partiti verso Fort-de-France quasi su rotta diretta, con il solo obbligo di lasciare a dritta l’arcipelago delle Azzorre. Sin dalle prime miglia sarà una battaglia perché sarà necessario prendere le prime scelte strategiche che potrebbero incidere significativamente sull’esito finale della regata transatlantica. Ma il duo a bordo di Prysmian Group è pronto all’azione e soprattutto a spingere al massimo sull’acceleratore. 

Sapersi adattare è senza dubbio una delle qualità essenziali di qualunque navigatore, ma non tutti hanno la stessa capacità di gestire il calo di adrenalina causato da un lungo stop che ha portato al rinvio di una partenza. “Nella vita o ti lamenti o rimani concentrato”– ha dichiarato prima della partenza Giancarlo – “Con Gaston, essendo entrambi pragmatici per natura, abbiamo optato per la seconda soluzione, rimanere cioè concentrati esattamente come una settimana fa. Per questo siamo impazienti. Ci prepariamo per una regata veloce, mozzafiato ma anche incerta. Se scegliamo la giusta rotta, potremo percorrere le 3.765 miglia del nuovo percorso proposto agli IMOCA in due settimane circa. All’uscita della Manica sarà già tempo di scegliere se proseguire verso ovest e subire il susseguirsi di diversi fronti atlantici, oppure andare verso sud alla ricerca degli Alisei ma con il rischio di rimanere in una vasta zona di instabilità. Nulla è scontato, ma probabilmente a Brittany Point la flotta si dividerà in due”.

Una partita molto aperta

“Se ciò accadrà, è molto probabile che ci saranno grossi distacchi all’arrivo. Dovremo quindi osservare attentamente l’evolversi della situazione fino all’ultimo momento” annuncia Giancarlo. “Le prime miglia probabilmente determineranno l’intera regata. La partita si preannuncia molto aperta, anche con il passaggio obbligato per le Azzorre” – condivide Gaston – “dovremo lasciare a dritta Santa Maria, l’isola più meridionale dell’arcipelago e questo determinerà differenze significative. Ognuno giocherà secondo i punti forti e i punti deboli della propria barca”. I due potranno scegliere tra una rotta a sud, tranquilla – forse troppo – sottovento, lungo il Portogallo e le coste africane, o una rotta a ovest impegnativa – senza dubbio difficile – controvento. “La scelta non sarà semplice ma sicuramente opteremo per il percorso che riterremo più rapido. Il comfort non sarà mai un argomento determinante!” assicura Gaston, che andrà dritto al nocciolo della questione poiché anche la fase di partenza si preannuncia spumeggiante. “I primi giorni saranno molto intensi. Ci sarà da lavorare per trovare sia il giusto assetto sia il giusto passaggio”.

Essere pronti a tutto

Per fare bene, Giancarlo e Gaston dovranno assicurarsi di sfruttare il più possibile il potenziale del loro mezzo, ma anche di mantenere un ritmo elevato dall’inizio alla fine della gara.“Mi riprometto di spingere l’imbarcazione più forte di quanto sono riuscito a fare finora. Resta l’impegno nella corsa ad ottenere le miglia necessarie per la qualificazione al Vendée Globe, ma un anno prima della grande partenza, la barca comincia ad essere molto affidabile nella sua nuova configurazione”. spiega Giancarlo, deciso a spingere più forte sul pedale dell’acceleratore. “La mia ambizione è essere combattivo, concentrato e pronto nel sentire la barca con tutti i suoi rumori durante la navigazione sulle onde” continua, soprattutto se la via del Nord si rivelasse la più favorevole. “Anche se la barca è sempre più pronta per il giro del mondo, c’è ancora un po’ di lavoro da fare su certi dettagli. Questa Transat Jacques Vabre sarà perfetta per testare quante più cose possibili, con una concorrenza molto accanita. Sarà avvincente e interessante da vivere questa edizione della Transat!” conclude Giancarlo.

Partenza valida per Giancarlo, Gaston e Prysmian Group che hanno tagliato la linea di partenza nel primo terzo della flotta, in un mare con onde di 3,50m, venti da SO di 15 nodi con raffiche di 23 nodi e randa regolata con una mano di terzaroli. Il vento durante la giornata aumenterà gradatamente verso l’uscita della Manica.

 

8 NOVEMBRE 2023. Inizio sportivo.

“L’inizio della regata è stato molto “sportivo”. Stressante il fatto di uscire dalla chiusa del porto di Le Havre durante la notte e stressante l’onda di 3-4 metri in partenza, che ha reso le manovre di abbandono della barca da parte del team non semplici. Entrare nella regata in queste condizioni è molto impegnativo, ma ce l’abbiamo fatta. Ieri sera abbiamo navigato vicino alle isole Guernsey e Jersey, e adesso siamo in pieno fronte. Cerchiamo di affrontarlo al meglio delle nostre possibilità, con intelligenza, navigando da buon marinaio, sorvegliando lo stato del mare e le raffiche di vento che sono ormai diventate molto importanti. In tutto questo, abbiamo iniziato a stabilire un ritmo di navigazione divisa in turni. Tutto bene a bordo di Prysmian Group, ma è dura. Il vento soffia ad oltre 20 nodi con raffiche di 36, piove e ci sono onde di 4 metri. Siamo al largo della punta della Bretagna, a ovest di Ouessant. Navighiamo in 14esima posizione. Ora solo concentrazione”.

 

9 NOVEMBRE 2023.

“Dire che la partenza della 16esima Transat Jacques Vabre è stata sportiva è un eufemismo. Le condizioni del mare e del vento hanno messo a dura prova me, Gaston e la barca non solo nel Canale della Manica, ma anche e soprattutto al largo della punta della Bretagna, quando ieri mattina è passato un fronte di bassa pressione molto violento. Non per niente, in molti hanno subito danni: otto IMOCA hanno dovuto fermarsi per riparare. Al momento siamo in 13esima posizione. Ci stiamo dirigendo verso sud, in condizioni ancora piuttosto ventose, anche 37 nodi. La barca vola a 30. Fuma tutto. È i momento di analizzare le cose nel dettaglio: il fronte, il nostro posizionamento ma anche la zona di vento più leggera che dovremo attraversare in seguito. Dovremo fare delle scelte. Sono possibili diverse opzioni e per il momento non abbiamo deciso nulla. Restiamo concentrati per non fare la scelta sbagliata”.

 

10 NOVEMBRE 2023.

Dopo 72 ore veramente dure, le condizioni meteo sono migliorate. Qualche danno, ma il morale è tornato alto anche grazie al pubblico che ci segue da casa.

 

11 NOVEMBRE 2023.

“Oggi il vento ha deciso di prendersi una pausa e lasciarci molto più tranquilli. Stiamo progredendo lentamente e senza freni, navigando al largo delle coste marocchine e ci stiamo avvicinando alla latitudine dell’arcipelago di Madeira. Ieri sera abbiamo dovuto affrontare venti molto leggeri, che erano anche molto instabili. Da ovest, da nord-ovest, da nord…ma siamo riusciti ad avanzare. Oggi, siamo ancora in una dorsale di alta pressione e il vento ancora molto variabile, ma vortica un po’ meno. Stiamo passando molto tempo davanti al computer per capire come è posizionata la cresta barometrica in modo da poterla superare al meglio. Con Gaston ci alterniamo ogni tre o quattro ore al tavolo da carteggio e ci confrontiamo il più possibile”.

 

12 NOVEMBRE 2023.

“Questa notte abbiamo avuto del vento molto instabile, in forza e in direzione (principalmente da nord-est). Ci sono stati momenti in cui la barca navigava prendendo il volo e altri momenti in cui dovevamo lottare per avanzare. Siamo sempre rimasti concentrati per cercar di navigare il più velocemente possibile verso sud, per riuscire a toccare gli Alisei senza danni. Quando si naviga in queste zone, agiamo come dei dottori: ci mettiamo lo stetoscopio e in base alla salute dell’aliseo decidiamo cosa fare: se l’Aliseo e in buona salute viriamo verso sinistra; se non è in forma, verso sud. Finalmente abbiamo toccato gli Alisei”.

 

13 NOVEMBRE 2023. Passaggio delle Canarie.

Il passaggio delle Canarie è stato abbastanza sportivo a causa del vento che si rafforzava tra le isole, delle zone a passaggio vietato da evitare e del passaggio di numerose navi da carico e pescherecci.
“Siamo rimasti concentrati e siamo soddisfatti della nostra traiettoria, perché siamo riusciti a superare la Mie Caline. Adesso siamo negli Alisei con 20/25 nodi di brezza e la barca scivola a più di 20 nodi. Direzione: ovest, verso le Indie Occidentali!”

 

15 NOVEMBRE 2023. Modalità “aereo” ma spesso anche modalità “sottomarino”.

Giancarlo e Gaston navigano a poco più di 600 miglia al largo delle coste della Mauritania, a Nord di Capo Verde, approfittando di ottime condizioni di vento graziate dagli Alisei: un flusso di nord-ovest di circa venti nodi spinge veloce l’imbarcazione che può sfruttare la modalità in volo con i foil.
“Prysmian Group è un aereo, ma un aereo bagnato, quasi sottomarino, perché arrivano spesso grandi onde a ricordarci in quale elemento stiamo avanzando! Al momento, siamo veloci e continuiamo a navigare cercando di sfruttare ogni oscillazione del vento per restare nella visto flusso. Abbiamo lavorato bene stanotte, con Gaston. Abbiamo scelto una opzione più sud rispetto alle due barche che abbiamo nel mirino: Fortinet – Best Western e GUYOT environnement – Water Family. Tra poco ne vedremo i risultati”.

Attualmente si trovano in 12esima posizione nella flotta degli IMOCA, a 1900 miglia di distanza da Fort-de-France.

 

16 NOVEMBRE 2023.

“Oggi le condizioni sono più calme (12-15 nodi di vento) rispetto a quelle dei giorni precedenti, tanto che abbiamo cambiato anche la vela di prua. La barca naviga tra i 18 e i 20 nodi e non più 25 come ieri. È strano cambiare così velocemente di andatura. Per quanto riguarda la strategia di regata siamo concentrati a guardare il comportamento delle barche intorno a noi, soprattutto GUYOT environnement – Water Family e Fortinet – Best Western e anche le due o tre barche che sono dietro di noi. Ieri abbiamo fatto dei buoni bordi e siamo riusciti a recuperare alcune posizioni prendendo le oscillazioni del vento nel buon senso. Questa notte ci siamo incrociati con GUYOT e gli siamo passati davanti di solo 0,5 miglia! Io e Benjamin parlavamo al VHF scommettendo su chi sarebbe passato prima, e neanche tre minuti prima del passaggio era chiaro chi avrebbe “vinto”. Siamo stati noi, e questo ci ha fatto piacere”.

 

17 NOVEMBRE 2023. Imprevisti.

Giancarlo ha deciso di contattare il medico di regata a causa di febbre alta, forti vertigini, astenia e disidratazione e conseguente incapacità di stare in piedi in barca. In costante contatto con il medico di bordo nelle ultime, le sue condizioni rimangono stabili, ma impongono a Giancarlo di conservare e cercare di riprendere energie e prendersi cura di sé.

 

20 NOVEMBRE 2023. Arrivo.

Ore 21:17 (ora italiana), Giancarlo e Gaston tagliano il traguardo della 16a edizione della Transat Jacques Vabre Normandie – Le Havre, completando il percorso di 3.750 miglia tra Le Havre e Fort-de-France passando per l’isola di Santa Maria, in 11esima posizione nella classe IMOCA dopo 13 giorni, 11 ore d 47 minuti di regata.

Tredici giorni a dir poco intensi, con un passaggio nel Canale della Manica complesso soprattutto al largo della punta della Bretagna, una scelta strategica cruciale fatta non appena giunti alla latitudine di Capo Saint-Vincent, numerose incertezze sul fronte meteo, Alisei un po’ incerti, ma anche grandi battaglie.

I due skipper di Prysmian Group hanno preso una rotta verso sud che, nonostante le incertezze, ha dato i suoi frutti, e hanno ingaggiato un formidabile duello con Benjamin Dutreux e Corentin Horeau. Hanno lottato durate tutti gli ultimi cinque giorni di regata per la decima posizione in classifica, nonostante il peggioramento delle condizioni di salute di Giancarlo. Guyot, alla fine, li ha sorpassati impedendo ai due di finire nella Top 10. Giancarlo è attualmente sotto le cure del medico di regata.

Gli uomini: il vero fattore chiave della sfida

Quando si pianifica una regata in doppio, ma ancora di più quando ci si prepara a un grande evento come il Vendée Globe in solitario, la scelta del co-skipper è difficile ma essenziale, se si vuole proseguire nel proprio percorso di crescita, perché permette di imparare dall’altro. Dopo le sue prime due partecipazioni alla Transat Jacques Vabre come co-skipper, e altre due come responsabile del proprio progetto a bordo di Prysmian Group, Giancarlo sa che una buona intesa e una comunicazione efficace a bordo contano. 

È un dato di fatto che nello sport, sia esso praticato in singolo o in doppio, il fattore umano è la chiave del successo. Cosa bisogna cercare quando si sceglie il proprio partner sportivo? Valori come la capacità, la personalità, l’esperienza e la motivazione sono necessari ma non sufficienti come garanzia di successo: l’intesa può essere un aspetto determinante, perché quando c’è un’intesa perfetta, il successo può esserne diretta conseguenza. Nel mondo della vela oceanica, la Transat Jacques Vabre – la più importante transatlantica in doppio – è l’emblema di questa riflessione. Giancarlo vi parteciperà domenica 29 ottobre, salpando in direzione Martinica e regatando nella Classe dei 60 piedi, i più grandi monoscafi tra le classi ammesse.

Durante la mia prima Transat Jacques Vabre, nel 2015, ho avuto la fortuna di navigare al fianco di Erwan Le Roux, che aveva già vinto la regata nel 2009 e nel 2013, nella categoria Multi50 (oggi Ocean Fifty). A causa delle condizioni meteo davvero difficili, con una brutta bassa pressione da affrontare fin dalle prime miglia che, ricordo, aveva causato molti ritiri tra i nuovi IMOCA a foil, abbiamo avuto vita dura” ricorda Giancarlo che, insieme al suo co-skipper, affrontò una serie di ostacoli che li costrinse a sostenersi a vicenda per superare le difficoltà e lo stress della situazione. “Fummo costretti a concentrarci sul nostro obiettivo comune piuttosto che sulle nostre differenze“, continua, sottolineando che per creare il giusto collante a bordo è importante avere una comunicazione aperta e onesta, oltre che fiducia e rispetto reciproci. “È stata dura. Anche lunga, visto che all’epoca l’arrivo era a Itajai (in Brasile – ndr), ma siamo comunque riusciti ad andare avanti e a vincere!” conclude Giancarlo, che non poteva sperare in un esito migliore per la sua prima esperienza in multiscafo.

Un’esperienza che, due anni dopo, ha fatto seguito con un’altra “prima volta”, ma questa volta a bordo di un IMOCA, come co-skipper al fianco di Fabrice Amedeo. “L’edizione 2017 della Route du Café mi ha dato l’opportunità di scoprire il mondo dei monoscafi di 60 piedi. Mi è piaciuto molto scoprire una nuova barca e una nuova classe ed è stato bello poterlo fare senza troppa pressione. Quando sei ‘solo’ un co-skipper, tutto quello che devi fare è mettere la borsa in pozzetto e occuparti del piano di regata, ma osservando tutto quello che accadeva intorno, ho capito subito che gestire un progetto IMOCA non è affatto come gestire un progetto Mini 6.50” ricorda Giancarlo, che rappresenterà l’Italia in Classe IMOCA e che parteciperà alla prossima edizione della regata a capo del proprio team.

Una leadership efficace per una maggiore coesione

Per affiancarmi nell’avventura del 2019 scelsi un velista della Classe Figaro, Anthony Marchand, che oltre ad avere la reputazione di navigatore rigoroso e preciso, soprattutto sulle regolazioni dell’imbarcazione, ha la grinta necessaria per le regate con flotta numerosa, dove la battaglia si gioca quasi corpo a corpo. A livello umano, è stato molto gratificante. Ho un ottimo ricordo di quella edizione della regata transatlantica, che ho svolto con tutto il peso della responsabilità del leader del progetto. Ciò è stato tanto più vero poiché l’arrivo fu a Salvador de Bahia, una città che mi sta a cuore in quanto evocativa della Mini Transat” spiega Giancarlo, che ha imparato una lezione importante: una leadership efficace aiuta a rafforzare la coesione.

La mia ultima partecipazione, due anni fa con Martin Le Pape, è stata un vero successo a livello umano. Tutto è stato perfetto, ogni componente ha funzionato, compreso il risultato, con un bel 6° posto a Fort-de-France, in Martinica. In una parola, è stato fantastico, anche se venti giorni in mare sono stati impegnativi e abbiamo sofferto molto il caldo” sottolinea Giancarlo, che quest’anno ha scelto Gaston Morvan, 4° alla recente Solitaire du Figaro, che ha un profilo molto simile a quello di Martin. “La pagina è vuota, nel senso che la storia deve essere ancora scritta, ma abbiamo grandi cose da scrivere insieme. Sta a noi creare la migliore sinergia possibile intorno alla nostra regata. L’obiettivo resta quello di liberare tutte le energie della nostra barca e farla volare veloce”.

Giancarlo sceglie il suo co-skipper 2023: il figarista Gaston Morvan

Imoca Prysmian Group in navigazione

Un anno intenso, il 2023, per il team di Giancarlo che ha cominciato con un importante cantiere durante il quale sono stati installati foil di ultima generazione a bordo del 60 piedi Prysmian Group.  Il ritmo frenetico continua con un programma molto intenso per Giancarlo e il suo team. Ben tre gare attendono l’unico team italiano in classe IMOCA: il Défi Azimut – Lorient Agglomération, la Transat Jacques Vabre Normandie – Le Havre e il Retour à la Base. Due di queste saranno disputate in doppio con Gaston Morvan, giovane talento figarista, tutte e tre verranno affrontate con gli stessi obiettivi: approfondire la conoscenza della navigazione sulla nuova versione della barca al fine di migliorare le prestazioni, accumulare miglia ed esperienza in vista del Vendée Globe 2024-2025 e raccogliere dati per contribuire all’osservazione e quindi protezione dell’oceano.

 

Tre importanti regate e l’arrivo di un nuovo co-skipper

Dopo mesi dedicati alla messa a punto tecnica a seguito dell’installazione dei nuovi foil sul 60 piedi Prysmian Group, scelti con l’obiettivo di migliorare le prestazioni ed essere più competitivo rispetto agli IMOCA più recenti, Giancarlo entra in una fase più intensa, nella quale dovrà impegnarsi in tre prove quasi consecutive tutte e tre valevoli per la selezione al Vendée Globe. Per il Vendée Globe solo 39 barche saranno selezionate tra quelle qualificate. Se la qualifica di Giancarlo è praticamente certa (deve solo partecipare a una regata in solitario il prossimo anno), la selezione è un’altra cosa e riguarda il numero di miglia percorse in determinate regate, tra le quali tutte quelle restanti del 2023:  il Défi Azimut – Lorient Agglomération, la Transat Jacques Vabre Normandie – Le Havre e il Retour à la Base.

Il Défi Azimut – Lorient Agglomération è un evento dedicato agli IMOCA, che impegnerà 35 imbarcazioni in tre prove che si svolgeranno a Lorient, il porto di attracco di Prysmian Group, dal 19 al 24 settembre. L’anno scorso participare a quest’evento è stata un’esperienza molto positiva per Giancarlo, come riporta il diario dell’evento 2022. “La 48H AZIMUT è stata una bella regata, con buone condizioni meteo. Sono abbastanza soddisfatto del risultato perché al traguardo sono passati davanti a me solo grandi foiler”, aveva dichiarato alla conclusione della seconda prova. In questa nuova edizione parteciperanno numerosi nuovi team, con una forte presenza di donne e team internazionali. Sarà un vero e proprio test per valutare le performance delle diverse barche e skipper.

Sarà anche l’occasione ideale per prepararsi in doppio con Gaston Morvan, che Giancarlo ha scelto di avere a suo fianco per l’evento principale di questa stagione 2023: la Transat Jacques Vabre – Normandie Le Havre, che partirà a fine ottobre.

Da tempo seguo da vicino il circuito dei Figaro Beneteau e osservo i giovani talenti che questa classe mette in evidenza. Gaston ne fa parte. Ha talento e motivazione. Quando mi ha contattato all’inizio dell’anno per propormi di navigare al mio fianco, l’ho incontrato e c’è stata subito una sintonia tra di noi“, spiega Giancarlo che nelle ultime due edizioni della Transat Jacques Vabre aveva già scelto due figaristi in qualità di co-skipper: Anthony Marchand nel 2019 e Martin Le Pape, con il quale ha ottenuto un eccellente sesto posto due anni fa.

La Solitaire du Figaro è una regata a tappe molto impegnativa che si corre su barche tutte identiche, i Figaro, adesso dotate di foil. Il percorso, composto da una prima parte costiera e una parte d’altura, richiede una grande abilità tecnica. Formare un team con Gaston Morvan, 26 anni, quinto alla Solitaire du Figaro 2022, settimo e primo tra i debuttanti nel 2021 e protagonista nella Solitaire 2023 che terminerà domani 13 settembre, è una scelta ovvia alla luce delle sue prime esperienze.

Gastón Morvan

“Abbiamo avuto poco tempo per navigare insieme rispetto ad altri equipaggi, ma entrambi abbiamo esperienza e competenze che cercheremo di sfruttare a nostro vantaggio, anche se il nostro obiettivo principale sarà navigare bene“, afferma Giancarlo.

 

Una barca per competere ma anche per il monitoraggio dell’oceano

L’obiettivo sarà fidelizzarci nella navigazione comune e accumulare miglia“, dice Giancarlo, che sfrutterà ogni momento passato in mare, sia in doppio sia da solo, per progredire. “Ci sono ancora molte cose da sistemare in termini di regolazioni, come gli angoli della chiglia, le configurazioni delle vele e molte altre cose che potranno ottimizzare le prestazioni“, afferma Giancarlo, orgoglioso di utilizzare per la prima volta in gara il dispositivo di sensori Sailing4Ocean installato sulla sua barca.

Questo dispositivo, dedicato al monitoraggio dello stato di salute dell’Oceano, utilizza la tecnologia PRY-CAM brevettata da Prysmian Group è sviluppata in collaborazione con il Centro Euro-mediterraneo sul Cambiamento Climatico (CMCC). “Questo progetto è stato avviato alla fine del mio primo Vendée Globe nel 2021. Il suo fine è contribuire a dare conoscenza agli scienziati affinché possano condurre le loro analisi, fornendo dati tra cui la concentrazione di CO2 nell’ambiente, la pressione atmosferica, la temperatura dell’acqua, l’umidità ambientale, il punto di rugiada e il livello di irraggiamento dell’ambiente, che è la misura dell’energia solare che raggiunge, nell’arco di un secondo, una superficie di un metro quadrato” spiega, determinato a ridurre le minacce che pesano sugli oceani e sui loro ecosistemi vitali per l’umanità. “La protezione degli oceani è una questione cruciale per lo sviluppo sostenibile“, ricorda Giancarlo, aggiungendo che tutti i dati raccolti saranno analizzati e convalidati dal CMCC prima di essere resi disponibili gratuitamente alla comunità scientifica internazionale tramite il portale Emodnet, il servizio Copernicus Marine. I dati saranno visibili a tutti anche qui.

Rolex Fastnet Race 2023: il diario

Una storia di amicizia, nata nel 2012 ai tempi del Mini, che segnerà la partecipazione di Giancarlo alla prima regata del 2023. La prima dopo il cantiere che, grazie all’installazione di foil di ultima generazione, ha definitivamente trasformato l’IMOCA Prysmian Group.

Dal 17 maggio scorso, data del varo post cantiere, Giancarlo lavora con il suo team per mettere a punto l’IMOCA “nuova versione”.  Il 22 luglio, schierandosi alla partenza della famosa Rolex Fastnet Race, Giancarlo si prepara a un nuovo passo avanti : il confronto. Questa regata in doppio di 605 miglia sarà il primo test a tutto tondo per lui, che ha scelto il cecoslovacco Milan Koláček per accompagnarlo non solo sul campo da regata, ma anche nella fase preliminare di scoperta delle potenzialità della nuova prua unita ai nuovi foil, che richiede un nuovo modo di navigare.

La barca, che con i nuovi foil è molto più potente di prima, è ancora tutta da scoprire : nuove regolazioni, configurazioni e livelli di tolleranza da testare e validare dal punto di vista tecnico e meccanico” spiega Giancarlo, che sa per esperienza che la messa a punto tecnica di un’imbarcazione è una fase fondamentale da non essere trascurata. “Serve non solo a stabilire il funzionamento ottimale della macchina, ma anche a mettere a prendere una serie di scelte tecniche ed ergonomiche finali” continua, scegliendo di affidarsi al ceco Milan Koláček per procedere in modo efficiente durante questo periodo. “È un ottimo tecnico. Mette tutto il suo know-how al servizio del progetto e si impegna al 100%, cosa che apprezzo enormemente” sottolinea Giancarlo, che non ama fare le cose a metà ed è grato quando i membri del suo team si investono spinti da una passione simile alla sua. “Io e Milan ci siamo conosciuti nel 2012 sul circuito Mini 6.50. Abbiamo navigato a lungo l’uno contro l’altro . Ricordo in particolare Les Sables – Les Açores – Les Sables del 2012, quando siamo stati per la maggior parte della regata bordo a bordo e alcuni trasferimenti fatti insieme. A livello umano ci siamo sempre trovati sullo tesso piano, ed è per questo che siamo sempre rimasti in contatto” spiega Giancarlo, che ha spontaneamente offerto a Milan la possibilità di accompagnarlo nella Rolex Fastnet Race, la cui 50ª edizione prenderà il via sabato prossimo, 22 luglio al largo di Cows. 

Un duo che è sempre rimasto unito

Il fatto di regatare insieme ci consentirà di concludere il lavoro che abbiamo svolto e di validare una nuova lista di cose da fare. Sto imparando a conoscere gradualmente la barca nella sua nuova versione, un lavoro affascinante che richiede tempo” osserva Giancarlo che nelle scorse settimane ha effettuato varie sessioni di allenamento in mare aperto sulle 24 ore. “La barca è chiaramente cambiata. È davvero impressionante. Le velocità che ha dimostrato di poter raggiungere sono pazzesche. Abbiamo testato varie regolazioni di rake e trimming e c’è ancora tanto da capire: ma la scoperta è una delle parti più belle del lavoro” assicura prendendone gradualmente in mano le redini, mentre Milan muove i primi passi nella classe IMOCA: “Prima di salire a bordo di Prysmian Group, avevo navigato solo una volta, in una breve uscita con Jean-Pierre Dick qualche anno fa. Sono felice che Giancarlo mi abbia dato fiducia chiedendomi di partecipare alla Rolex Fastnet Race con lui” commenta quest’ultimo, che vanta molte ore di navigazione nelle classi Mini 6.50, Figaro Bénéteau e Class40, una vittoria nel Campionato Francese Mini Ocean Racing nel 2012 e oltre 30 anni di esperienza nel settore della costruzione di barche in Francia, Nuova Zelanda e Irlanda oltre che nel suo Paese, dove ha un proprio cantiere di materiali compositi. “Sono lieto di poter apportare la mia esperienza tecnica al progetto di Giancarlo. Io e lui abbiamo un background simile. Siamo arrivati entrambi a Lorient dall’estero circa dieci anni fa, abbiamo iniziato dal nulla, senza aiuti e abbiamo condiviso momenti difficili. E continuiamo a farlo” conclude Milan Koláček.

 

21 LUGLIO 2023. Verso il Fastnet.

“Prima regata dell’anno, sono molto felice. Con il team abbiamo fatto un buon lavoro di messa a punto della barca: integrare dei foil nuovi – con tutta l’idraulica, la meccanica, l’ingegneria che comporta una rivoluzione del genere su una barca – è qualcosa di assolutamente non semplice. Tanti parametri, tante sorprese, tante cose da affinare… in ogni caso ho il sentimento che andiamo dalla parte giusta, per quanto riguarda i lavori. E adesso la grande challenge sarà riuscire a trovare le velocità della barca soprattutto di bolina e di poppa, perché di traverso abbiamo già visto che va a bomba. Ed io, sono nello stesso mood di sempre: grembiule e goletta, come a scuola”.
Partenza in mattinata da Lorient, Francia, per Cowes, Inghilterra.
“Il Fastnet è una regata che parte da Cowes, in Inghilterra. Usciamo dal canale del Solent, navighiamo nella parte sud dell’Inghilterra, fino a Land’s End, che è la punta a sud-ovest. A quel punto ci dirigiamo verso nord per girare lo scoglio del Fastnet e poi scendiamo verso sud per arrivare a Cherbourg, in Normandia. A quel punto la regata sarà finita!”
“La partenza è sempre difficile, perché ci sono molte barche e perché le condizioni meteo saranno impegnative. Anzi, molto dure per le prime 12 ore, poi si dovrebbero attenuare. Sarà una bella regata, ci sono tanti nostri avversari con barche nuove, modificate”.

 

22 LUGLIO 2023.

Il trasferimento.

“È andato tutto bene: siamo arrivati in anticipo, nella notte, e mentre eravamo in viaggio abbiamo provato tutte le vele che abbiamo scelto per la regata. Abbiamo fatto un trasferimento/allenamento. Adesso siamo in attesa della partenza, c’è molto traffico per cui dobbiamo restare vigili e estremamente attenti. Dobbiamo regolare la barca continuamente, ed è un lavoro complesso per chi nel pozzetto deve continuamente cazzare o allascare le cime, perché ci sono tante manovre da fare in poco tempo”.
Le condizioni meteo in partenza richiedono una navigazione di bolina estremamente vigilante, a causa del grande numero di barche presenti (430, anche se le partenze sono scaglionate. 29 IMOCA Globe Series al via), dei venti installati a 15 / 20 nodi e della corrente che si crea nel canale del Solent.

La partenza.

Gli IMOCA Globe Series iscritti alla Rolex Fastnet Race – Cherbourg partiranno oggi alle 14:15 orario italiano.
Nel pomeriggio è previsto il passaggio di un fronte sulla flotta con vento a 25 e raffiche a 30 nodi. “Sarà dura. Giusto per entrare subito nel match senza perdere tempo!”.
Tra sabato e domenica, intorno alle 06:00 quando gli Imoca saranno all’altezza di Lands End, il vento si calmerà, generando condizioni più gestibili. La rimonta verso il Fastnet sarà più tranquilla e la discesa verso Cherbourg in andature portanti.
Medallia e Charal hanno tagliato la linea di partenza in anticipo e dovranno subire la penalità di 2 ore aggiuntive al loro risultato.
Giancarlo e Milan sono partiti scegliendo una strategia conservativa e all’uscita del canale del Solent hanno scelto una rotta verso ovest.
La flotta è divisa in due: una regata già tutta da seguire.

 

23 LUGLIO 2023.

“Le condizioni di partenza sono state complesse: all’uscita del canale del Solent non riuscivamo a vedere niente tanto avevamo gli occhi pieni di acqua e sale a causa degli schizzi delle onde contro lo scafo. Era impossibile avere della visibilità e mi sono reso conto che avrei dovuto inserire il pilota automatico prima piuttosto che insistere ad utilizzare la barra del timone. È stata la prima lezione di condotta con la nuova versione di PrysmianGroup che mi ha regalato questa regata. La notte è andata abbastanza bene: il vento è diminuito a partire dalle 23:00. Siamo passati da due mani di terzaroli a una sola, e successivamente abbiamo cambiato la vela anteriore passando dal J3 al J2. Il mare era comunque molto mosso e la barca sbatteva parecchio… è stato un bel test per la barca. All’approccio di Cap Lizard abbiamo finalmente iniziato ad approfittare di una navigazione più serena. La strategia per le prossime 24h è quella di cercare di trovare la migliore traiettoria per passare Lands End e partire con una buona andatura al traverso verso il Fastnet per far navigare la barca al meglio”.

 

24 LUGLIO 2023.

“L’approccio al Fastnet è stato relativamente semplice: abbiamo trovato la rotazione del vento a nord che cercavamo e con due bordi al traverso abbiamo superato il faro del Fastnet che non abbiamo visto perché siamo arrivati di notte. Abbiamo trovato una piccola zona di vento molle prima del DST (zona a traffico elevato, nella quale le barche da regata non possono navigare) all’approccio dell’isola e poi siamo ripartiti veloci. Adesso navighiamo con punte di 20/25 nodi. Tutta a dritta, approccio ai prossimi DST da gestire verso Cherbourg, dove l’arrivo sarà tecnico… Ora è una corsa di velocità!”.
Passaggio del Fastnet: 04.59 ITA.
ETA (Estimated time of arrival) tra la tarda notte e le prime ore di domani mattina.

 

25 LUGLIO 2023. Arrivo.

Giancarlo e Milan hanno tagliato la linea del traguardo di Cherbourg questa notte alle 01:14 e 18 secondi ora Italiana in 14 posizione della Classe IMOCA Globe Series, navigando 800 miglia in 2 giorni, 10 ore e 59 minuti.
Sono attesi domani, mercoledì mattina a Lorient.

 

26 LUGLIO 2023. Ritorno a casa.

Giancarlo e Milan sono arrivati al Porto di Lorient intorno alle 16:30. Bentornati ragazzi, il team è felice di accogliervi!