Quando sei un navigatore solitario, gestire la vita a bordo e navigare in doppio è un compito particolare.
Bisogna cercare di capire i punti di forza di ciascuno nel contesto del lavoro di squadra, ma anche assicurarsi che emergano e vengano identificati chiaramente i punti deboli delle due persone. Ognuno deve avere la capacità e l’onestà di rivelare all’altro le proprie debolezze e mettersi in gioco per trovare delle soluzioni.
Se siamo onesti tra di noi, possiamo sopperire alle debolezze dell’altro. Se riusciamo in questo scambio, la fragilità dell’altro non rappresenta un ostacolo; se non lo facciamo, se non comunichiamo apertamente i nostri limiti e le nostre difficoltà, si creeranno delle lacune che quasi sicuramente si trasformeranno in problemi, ad esempio, sulle prese di decisione. E sarà difficile colmare queste lacune in mare, in regata… se non con uno sforzo notevole.
Un binomio riuscito
Il lavoro di gestione del lavoro e del navigare in doppio deve essere svolto a monte. Purtroppo io e Martin, il mio co-skipper, non abbiamo avuto molto tempo per farlo a causa di una serie di circostanze e di tempi molto stretti. Ci siamo però confrontati, dichiarando ciascuno i propri punti forti e le proprie debolezze. Grazie a questa onestà, adesso siamo in grado di completarci a vicenda e collaborare senza preoccupazioni.
Non solo in mare, ma anche a terra
Questo principio non vale solo per noi navigatori: riguarda tutta la nostra squadra a terra. Nel mio ruolo di manager del progetto, cerco di puntare sulle qualità di tutti i componenti della squadra gestendone le debolezze attraverso la collaborazione. È questa gestione dell’equilibrio dei punti di forza e di debolezza di chi ci circonda che fa il successo di un team, di un progetto…