Christophe Favreau, corrispondente di Voiles et Voiliers, ha partecipato al trasferimento dell’IMOCA Prysmian Group da Lorient a Le Havre porto di partenza alla Transat Jacques Vabre, il 7 novembre.
Un trasferimento veloce, circa una giornata, in condizioni “toniche”, come le ha definite il giornalista. Ecco il resoconto del viaggio e le sue impressioni sulla navigazione a bordo di un IMOCA, una delle imbarcazioni più tecnologiche ed estreme sulle quali abbia mai navigato. Ecco il suo racconto:
Sentirsi offrire un passaggio tra Lorient e Le Havre su un Imoca con i foil, non è da tutti. A me lo ha proposto Giancarlo Pedote, 8° all’ultimo Vendée Globe, in partenza per la Transat Jacques Vabre, che ha vinto nel 2015 in Multi50 al fianco di Erwan Le Roux e che quest’anno correrà assieme al figarista Martin Le Pape.
Rallentare, per non arrivare troppo presto
L’appuntamento è fissato a Lorient mercoledì 27, per una partenza a mezzogiorno. Dobbiamo assolutamente raggiungere Le Havre per le 14:00 del giorno successivo. Questo è il tempo limite consentito dall’organizzazione prima dell’apertura del villaggio il venerdì mattina. 304 miglia in 24 ore sono tante, spiega Giancarlo Pedote, che mi dice addirittura che probabilmente dovremo rallentare per non arrivare troppo presto… Va bene! Questo fa sperare in buone medie.
Va detto che la previsione è ideale. Un buon vento da sud dovrebbe spingerci prima al traverso e poi di poppa verso Le Havre, sotto un cielo senza nuvole! Il programma è allettante, anche se per esperienza sappiamo che una navigazione a bordo di un 60 piedi realizzato per la performance non è una passeggiata di salute, soprattutto quando è accompagnata da appendici che ne aumentano le prestazioni.
Un vento che potrebbe aumentare fino a 30 nodi
Ormeggi liberi! A bordo siamo in quattro, Giancarlo, Martin, Adam ed io. Lasciamo il canale di Lorient con entusiasmo. Sappiamo che non ci sarà bolina, solo planate e velocità, con un vento che potrebbe arrivare fino a 30 nodi. Anche se Prysmian Group non è una barca dell’ultima generazione (è stata varata nel 2015), è comunque molto efficiente, cosa della quale mi renderò presto conto.
Su un foiler lanciato a tutta velocità, i movimenti sono brutali, specialmente lateralmente quando il pilota raddrizza la barra per mantenere la rotta.
Appena issata la randa, l’IMOCA Prysmian Group mostra grande nervosismo. Una volta issata la vela di prua, la velocità aumenta notevolmente. Con la sua prua voluminosa e appuntita, l’IMOCA non manca di potenza … Ed è molto umida! Per fortuna il pozzetto è ben coperto e protegge l’equipaggio dagli spruzzi. Un pozzetto piatto in cui i winch sono stati installati molto bassi, per abbassare il baricentro.
Ci abituiamo!
“Ci si fa l’abitudine”, precisa Giancarlo Pedote, che naviga su questa barca dal 2019. Velista molto completo a capo di un piccolo team, l’italiano che dal 2009 vive in Francia con moglie e due figli, è un velista molto attivo nella classe Imoca e personalità nota nel suo paese, con più di 40.000 follower sulla sua pagina Facebook.
“I social media sono un ottimo modo per promuovere la vela sportiva e le regate oceaniche, perché ci sono tante storie umane da raccontare, che vanno oltre il lato tecnico della nostra disciplina. E questo è qualcosa che il grande pubblico apprezza”, ha detto il velista laureato in filosofia all’Università di Firenze.
I foiler possono raggiungere i 30 nodi quando le condizioni sono giuste.
Un riferimento al mondo virtuale che contrasta molto con quello che sto vivendo adesso. Man mano che risaliamo la costa della Bretagna, le onde aumentano e il vento sale fino a 20 nodi. Martin Le Pape aveva parlato di un trasferimento “tranquillo”, con l’imperativo di preservare l’attrezzatura per raggiungere Le Havre al 100% del potenziale della barca. L’Imoca però accelera forte. La sua carena tesa e la sua prua voluminosa combinati con la potenza dei foil sono meravigliosi alle velocità di lasco e poppa che compongono la nostra salita verso Le Havre. In velocità superiamo regolarmente i 22 nodi, velocità al di sopra della quale i foil producono un fischio davvero acuto… estenuante.
L’arrivo della notte offre nuove sensazioni e richiede una vigilanza costante in prossimità della costa per evitare incidenti con eventuali barche che non hanno attivato l’AIS.
La notte che arriva invita a sdraiarsi all’interno, ma è impossibile dormire con tutto questo rumore, per non parlare dei movimenti violenti e incessanti della barca, soprattutto di traverso quando il pilota compensa violentemente per mantenere la sua rotta. La larghezza della prua attutisce lo shock con le onde che incontriamo regolarmente. Per fortuna non siamo mai stati arrestati da un’onda… non oso immaginare uno stop improvviso a oltre i 25 nodi, velocità che abbiamo regolarmente superato (con un picco di 29!) per tutto questo trasferimento vicino alle coste, che ci ha costretto a mantenere un controllo costante, visto che alcuni pescherecci si sono ovviamente dimenticati di accendere il loro AIS…
La flotta della Transat Jacques Vabre presto al completo!
Al mattino siamo a poche ore da Le Havre. Dobbiamo rallentare per non arrivare troppo presto. Avvicinandoci alla città ci raggiungono l’Ultime Banque Populaire XI, diversi Ocean Fifty, alcuni Imoca e altri class40. La flotta Transat Jacques Vabre sarà presto al completo!
Ripreso da Voiles et Voiliers, scritto da Christophe Favreau.