Amicizia: una risorsa insostituibile

La vita di un navigatore solitario è spesso immaginata come un’avventura eroica, solitaria, immersa nella natura più selvaggia e incontaminata. Tuttavia, dietro questa facciata romantica, si nascondono sfide immense e momenti di profonda solitudine. È in questi momenti che il calore dell’amicizia diventa fonte di motivazione, forza e stabilità emotiva e mentale.

Amicizia in Mare Aperto

In quanto navigatore solitario, ho imparato a conoscere e apprezzare l’importanza dell’amicizia in modi che non avrei mai immaginato. Quando sei in mare aperto, lontano da tutto e da tutti, il senso di isolamento può essere schiacciante. Il rumore assordante delle onde che sbattono contro la barca, il fischio del vento che soffia tra le sartie piuttosto che il silenzio delle bonacce ritmato dallo sbattere delle drizze, il vedere solo oceano attorno a te: tutto contribuisce a farti sentire piccolo e insignificante. In questi momenti, il pensiero degli amici, delle persone care che ti sostengono, diventa un’ancora di salvezza.

Collaboratori che Diventano Amici

Nel mondo della navigazione, i collaboratori non sono semplicemente colleghi di lavoro. Con il tempo, attraverso le sfide condivise, le difficoltà e le vittorie conquistate insieme, diventano amici. Il rispetto dei ruoli lavorativi non impedisce di concedersi delle confidenze, di parlare dei propri sentimenti e delle proprie paure. Questa connessione umana, questa amicizia che cresce e si rafforza nel tempo, rafforza la fiducia e rende possibile affrontare le difficoltà con coraggio e determinazione.

I Tifosi: Amici da Lontano

Un aspetto sorprendente della mia carriera è stato scoprire l’affetto e il calore dei tifosi. Persone che non ho mai incontrato di persona, ma che, attraverso le loro lettere e i loro messaggi, mi fanno sentire come un amico di lunga data. Le loro parole di incoraggiamento, i loro racconti personali, le loro esperienze di vita: tutto contribuisce a creare un legame speciale. È straordinario come, pur nella distanza fisica, si possa creare un’intimità emotiva così profonda. I tifosi non sono semplici sostenitori; sono amici che, con il loro affetto, mi regalano quella forza interiore necessaria per affrontare ogni nuova sfida.

L’Amicizia Ogni Giorno

L’amicizia, in tutte le sue forme, è sempre stata per me un valore inestimabile, una componente essenziale della mia vita e della mia carriera. Che si tratti dei collaboratori che diventano amici, dei tifosi che regalano il loro affetto da lontano, o degli amici di una vita che ti sostengono in ogni momento, l’amicizia è per me la forza che spinge a non mollare mai.

Il rapporto primordiale tra uomo e acqua

L’oceano è una forza primordiale, un’enorme distesa d’acqua che evoca sia timore sia fascino e richiama le origini, quando il feto si trova nel liquido amniotico nell’utero della mamma. Per me la conoscenza del mare e dell’acqua e la reazione del mio corpo a contatto con essa, non è solo una necessità tecnica, ma una parte integrante della mia essenza di uomo e navigatori. Un aspetto molto importante nella preparazione al Vendée Globe.

In caso di emergenza, la capacità di tuffarsi per ispezionare lo scafo, liberarlo da eventuali ostacoli, come mi è successo alla Bermuda 1000 Race nel 2019, la prima regata alla quale ho partecipato in IMOCA, può fare la differenza tra continuare la corsa o doverla abbandonare. Ma oltre l’aspetto tecnico, c’è qualcosa di più profondo.

 

Il Mare Maestro

Il mare insegna. Ogni onda, ogni corrente, ogni tempesta porta con sé lezioni preziose. Imparare a immergersi, ad esplorare i fondali, è una parte vitale di questo apprendimento. 

L’apnea non è solo una questione di trattenere il respiro. È un esercizio di autocontrollo, di disciplina mentale e fisica. Quando sei immerso, lontano dalla superficie, senti il battito del tuo cuore rallentare, il mondo si riduce a un silenzio ovattato. In quei momenti, impari a conoscere i tuoi limiti, a spingerli con rispetto e consapevolezza.

La preparazione per il Vendée Globe non riguarda solo la barca o la rotta. Riguarda la costruzione di una relazione simbiotica con l’acqua. Ogni immersione è un’opportunità per affinare le proprie capacità, ma anche per meditare, per ascoltare ciò che il mare ha da dire. È un dialogo continuo, un allenamento non solo per il corpo, ma soprattutto per la mente.

Il rapporto tra uomo e mare è ancestrale. L’acqua è il nostro elemento originario, ci richiama a una parte di noi che spesso dimentichiamo nella frenesia della vita quotidiana. Prepararsi per una regata come il Vendée Globe significa riconnettersi con quella parte, ricordare che siamo esseri d’acqua, che il mare scorre nelle nostre vene.

In mare, ogni decisione è cruciale. La capacità di mantenere la calma, di gestire lo stress, di prendere decisioni lucide sotto pressione è ciò che distingue un buon marinaio da un grande marinaio. E l’apnea è un perfetto allenamento per sviluppare queste qualità. Ti costringe a rallentare, a controllare il respiro, a trovare la pace in situazioni potenzialmente stressanti.

Prepararsi al Vendée Globe non è solo una questione di allenamento fisico e strategico, ma di immersione totale, di armonia con il mare. È riconoscere che ogni onda, ogni immersione, ogni momento passato a respirare con calma sott’acqua, è un passo verso la comprensione di sé stessi e del vasto, misterioso mondo che è l’oceano. 

Quando il giorno della partenza arriverà, sarò pronto non solo perché ho affinato le mie abilità tecniche, ma perché avrò costruito una relazione profonda e rispettosa con il mare. E in quella relazione, troverò la forza e la saggezza necessarie per affrontare ogni sfida che gli oceani vorranno presentarmi.

Ogni viaggio parte dal primo passo

Una regata non parte dal primo miglio, ma dall’ultimo miglio della regata precedente.

Preparare una regata oceanica è un processo complesso che richiede una pianificazione dettagliata e una gestione accurata di ogni aspetto della barca e dell’equipaggio. 

È un processo che si inserisce in un flusso e che viene preceduto dal debrief della regata precedente.

Alla fine di ogni regata raccolgo le riflessioni fatte durante la prova appena terminata, in modo da avere chiara e condividere al mio team tecnico la pianificazione del cantiere che, oltre alla normale manutenzione e alle consuete verifiche, si deve basare sulle migliorie che riteniamo necessarie. 

Il lavoro svolto sarà fondamentale in partenza, non solo per la performance del mezzo, ma anche per la mia preparazione e reattività: devo sapere che tutto è stato fatto a dovere e devo poter essere in grado di intervenire su qualunque soggetto qualora ci fossero problemi. Per questo cerco sempre di tenere un occhio su tutto.

È anche qui che si concentra il mio lavoro durante le fasi di cantiere: nella presenza con i ragazzi, nella conoscenza dei temi affrontati, nella direzione e presa di decisione condivise con il mio boat captain e il mio team. 

In questa fase, mi assicuro che ogni parte e strumento della barca vengano curati nei minimi dettagli e sorveglio il timing per fare in modo che non ci siano grosse decisioni da prendere all’ultimo minuto. 

Altrettanto importante è la preparazione della vita di bordo. È importante assicurarsi di avere a bordo tutto il necessario per l’intera durata della regata. 

Insieme al mio team preparo i sacchi dei materiali di rispetto, tutto quello che potrebbe essere utile nel caso fosse necessario fare delle riparazioni durante la regata. Non si tratta di un compito semplice: l’esperienza è maestra cosi come la capacità di scegliere, perché non possiamo portare tutto quello che vorremmo.

Da solo mi occupo della composizione della cambusa, che viene poi preparata da me e dal responsabile della logistica del mio team. Utilizziamo un foglio excel per l’organizzazione a bordo, che deve essere facile ed intuitiva: non amo avere dei sacchi giornalieri, ogni giorno scelgo in base a una serie di variabili tra cui il clima, lo stato del mare, come mi sento, le energie di cui ho bisogno, l’umore. 

Spetta esclusivamente a me anche la scelta dei vestiti da portare, che seleziono in base all’esperienza fatta nelle regate precedenti. È una fortuna poter avere in questo campo un partner tecnico che mi segue e con il quale condivido durante l’anno feedback e necessità. 

Sempre con il ragazzo che si occupa della logistica, organizzo tutto in dei sacchi, in modo che ogni cosa sia facilmente accessibile.

Infine, è fondamentale avere fiducia nel proprio team. E considero parte del team anche i fornitori esterni e i partner.

Ho la fortuna di lavorare con dei ragazzi impegnati, implicati, sui quali so di poter contare. Il boat captain è una figura chiave, che mi segue e si rende reperibile durante tutta la regata. A lui mi rivolgo per qualsiasi bisogno a bordo. Con lui scegliamo chi coinvolgere via via dei ragazzi del team o dei prestatari esterni, con i quali ho un ottimo rapporto umano, e che sono anche per questo sempre reattivi. I partner, gli sponsor tecnici, sono in più un sostegno reale ed emotivo. 

Ogni membro del team ha un ruolo specifico da svolgere e siamo tutti consapevoli dell’importanza del nostro lavoro per il successo della squadra. Perché anche se navigo in solitario, il progetto è di tutti e se anche loro restano a terra in regata, sono in qualche con me in barca. Nel lavoro che hanno fatto, nei messaggi di incoraggiamento che mi inviano…

Grazie a Gaby, Michael, JB, Ale, Tony, Matthieu, Jordan, François, Helly Hansen, Raymarine, Gottifredi Maffioli, Kholer Lombardini. E sempre Prysmian.