Nuovi orizzonti per Prysmian Group 

varo Prysmian Group alla Base

L’IMOCA Prysmian Group è stato varato ieri, alle 7:30 di mattina, al porto la Base di Lorient.

L’imbarcazione, rientrata in Francia via cargo dopo la Transat Jacques Vabre dell’anno scorso, era subito entrata in cantiere, dove è rimasta più a lungo del previsto, in seguito alla crisi COVID-19.

Questi tre mesi di lavoro, a ritmo rallentato e nel rispetto delle norme sanitarie, sono serviti per apportare ulteriori migliorie all’imbarcazione. Un team ridotto e ad orari alternati di lavoro, ma sempre instancabile e motivato, ha portato a termine anche dei lavori programmati nel cantiere estivo: il prolungamento forzato a terra è stato proficuo.

Ora, sia Giancarlo sia la sua “barchetta” fremono per tornare a solcare il mare: le prove in acqua saranno importanti per riprendere gli automatismi nella navigazione in solitario e per testare in pratica le modifiche apportate.

Importanti verifiche durante il cantiere prolungato

« Oggi la barca è all’80% della configurazione che desideriamo raggiungere per il Vendée Globe. L’idea è testare il lavoro iniziato quest’inverno in cantiere. Una volta che avremo conferme positive dai primi test in mare, stabiliremo le diverse configurazioni da mantenere in navigazione e nella taratura degli impianti come: batterie, piloti automatici e calibrazione degli strumenti », racconta Giancarlo.

 

foto varo Prysmian

 

« L’obiettivo per i prossimi mesi è aumentare l’affidabilità della barca per un giro del mondo in sicurezza e con buone prestazioni. Una barca affidabile è una barca che può andare forte: in questi mesi abbiamo praticamente smontato e rimontato tutta la barca, per una verifica generale. Tutte le strutture sono state passate agli ultrasuoni per controllare l’integrità totale dell’imbarcazione, messa alla prova dalle sollecitazioni dei foil. Ogni dettaglio curato porta maggiore possibilità di riuscita in futuro e meno problemi in navigazione. Abbiamo ricablato anche l’intero impianto elettrico per permettere a me e al team che mi seguirà da terra durante il giro del mondo, di conoscere minuziosamente ogni elemento della barca. »

Studio dell’ergonomia per una prestazione superiore

Grande attenzione è stata posta all’ergonomia a bordo che permetterà allo skipper un riposo ottimale e quindi un incremento del rendimento sportivo e della resistenza in condizioni meteorologiche estreme.
« Bisogna pensare che su una barca a foil il corpo è continuamente sollecitato, anche stando fermi a volte ci si stressa e si sprecano energie indispensabili. Implementando e migliorando sia le sedute sia i materassi, studiati sulla curva fisiologica del mio corpo speriamo di raggiungere questo scopo.

Abbiamo pensato a varie soluzioni sia all’interno che all’esterno della barca: le sedute comunque dovranno favorire un riposo non troppo profondo per rilassare gli addominali ma per favorire un ritorno rapido all’azione. Poter fare le cose in semplicità e con un minimo di energia, in un progetto come questo, è un tassello fondamentale. »

Le modifiche al programma di regata: la nuova Vendée-Arctique-Les Sables d’Olonne

Il calendario IMOCA è stato cambianto causa emergenza COVID: essendo impossibile andare negli Stati Uniti, la Classe che raccoglie imbarcazioni monotipo di 60 piedi ha reagito con l’organizzazione di una nuova regata, che partirà il 4 luglio: la Vendée-Arctique-Les Sables d’Olonne. Giancarlo sull’IMOCA Prysmian Group navigherà per 3.600 miglia in solitario su un percorso d’altura a triangolo: Les Sables d’Olonne, un waypoint a nord del circolo polare artico, uno nelle Azzorre e ritorno in Francia. Ad accompagnarli, sempre l’ONG Electriciens sans frontiéres.

Una bella prova prima di trovarsi sulla linea di partenza del Vendée Globe e per Giancarlo non è solo un test sportivo ed agonistico: ha un senso più profondo ed umano.

« La regata per me ha un doppio significato: sportivo, per testare i lavori di questo inverno e sperimentare la mia preparazione in vista della partecipazione al Vendée Globe a novembre, ma non solo. Questa regata è un segnale forte di speranza dopo la crisi che abbiamo passato e per me ha una valenza anche solidale perché farò del mio meglio per far vivere anche ai dipendenti di Prysmian Group e ai volontari di Electriciens sans frontière questa avventura umana, navigando in solitario in zone estreme ».

La carriera velica di Giancarlo Pedote

La prima volta che riusciamo in qualcosa, è un momento memorabile che aiuta a costruire il seguito di una vita, o una carriera. Giancarlo, come tutti gli sportivi professionisti, ha vissuto più di una “prima volta” agonistica, tappe importanti della sua carriera di navigatore solitario.

Prima traversata in equipaggio: Transat des Alizes

La prima volta di Giancarlo in Atlantico è a bordo di un Open 30’, con tre persone d’equipaggio. La regata è la Transat des Alizes: traversata atlantica a vela in equipaggio da Portimao in Portogallo a St. Barthélemy nelle Antille Francesi.
Lo skipper ricorda così la sua esperienza, « La prima traversata atlantica, la prima volta in oceano è stata una scoperta. Mi chiamarono a sorpresa una settimana prima della partenza per una sostituzione, quindi organizzai tutto in fretta. Ma quando attraversi l’Oceano per la prima volta ti senti di aver compiuto un’ impresa, non importa come è incominciata. Inoltre la barca era piccola, solo nove metri ed eravamo in tre d’equipaggio, tra cui Margherita Pelaschier, anche lei alla sua prima traversata. Ci eravamo conosciuti regatando sui Mini 6,50 e abbiamo consolidato una grande amicizia da “fratelli d’oceano” che mantengo nel presente. 
Prima avevo solo un’esperienza  di navigazione atlantica costiera su un Open 50, ma non avevo mai navigato così a lungo nell’oceano. Quindi arrivati a St. Barthélemy, che è anche l’isola di arrivo della Transat AG2R per i Figarò, mi sentivo di aver compiuto una conquista. Per noi navigatori mediterranei l’idea di attraversare l’oceano su una barca di piccole dimensioni è mettere un tassello importante nella propria vita. Quello che non immaginavo è che quel primo passo mi avrebbe portato ad aprire un varco importante per la mia vita e per il presente. »
I tre velisti ottengono un ottimo secondo posto in assoluto, nonostante dei problemi alla chiglia che li costringono a partire 48 ore dopo la flotta. La prima volta di Giancarlo in Atlantico è un’epifania, ha la conferma che è questa la strada da percorrere, navigare è la sua vita.

La Mini Transat del 2009

La prima volta in solitario in Atlantico è su un Mini 6,50, il Pogo 2 Prysmian ITA 626.  Nel 2009 Giancarlo partecipa alla Mini Transat: il percorso della regata è da La Rochelle, Francia a Salvador de Bahia, Brasile con scalo a Madeira.
« Per me è stata la prima esperienza di traversata atlantica a vela in solitario: in quell’occasione ho fatto un grande salto professionale. Nel 2009 pochi italiani partecipavano e ancor meno ottenevano dei buoni risultati in questa regata ideata ed organizzata dai francesi. Andrea Caracci aveva iniziato le sue campagne, ma non c’era un flusso di informazioni su come prepararsi. Noi italiani partivamo alla scoperta: era la prima volta per tanti di noi velisti che venivamo dal Mediterraneo. 
All’inizio della campagna avevo il Mini a Punta Ala e mi preparavo da solo, era difficile capire i passi da compiere. Se ci ripenso mi sento un po’ un pioniere partito da un angolo remoto, molto lontano dal “mondo Mini”. 
Negli ultimi sei mesi prima della partenza mi ero stabilito in Francia, a Lorient con Stefania, oggi mia moglie. Arrivato lì mi sono confrontato con gli altri concorrenti ed ero soddisfatto di aver trovato da solo tante soluzioni. Tra noi ministi italiani si era formato un bel gruppetto: era divertente preparare la regata in compagnia, ricordo che lavoravo spesso con Riccardo Apolloni. Si era creata intesa, ci siamo preparati insieme sulle rotte e abbiamo condiviso tutte le problematiche legate della regata. »​      
 
Mini Transat 2009

« Poi a settembre sono partito: la prima tappa è stata molto ventosa, con un passaggio delicato a Cape Finisterre. Altri momenti che ricordo intensamente della prima volta alla Mini Transat sono: l’attraversamento dell’Equatore e l’arrivo in Brasile. La prima esperienza nella zona equatoriale del Pot-au-noir è stressante: continui “groppi” di vento e pioggia. Nelle successive sai cosa aspettarti e sei più preparato soprattutto psicologicamente: la prima volta insegna.
Non dimenticherò mai l’arrivo in Brasile sotto un “groppo” di vento, con le mani consumate, ormai a carne viva per regolare scotte e drizze. L’arrivo a Salvador de Bahia dopo tre settimane, per me è un ricordo indelebile e un emozione forte perché è stata la prima volta. 
Partecipare e concludere la regata (quarto nella categoria serie, ndr) è stata una grande soddisfazione che mia ha motivato a continuare, imparare e migliorarmi come navigatore solitario. »​

La prima volta in regata su un IMOCA

Nel 2017 Giancarlo corre alla Jacques Vabre, traversata atlantica in doppio, come co-skipper di Fabrice Amedeo sull’IMOCA Newrest Brioche Pasquier. Il navigatore aveva già partecipato alla regata su un multiscafo di 50’ nel 2015, ma questo era il passo giusto per avvicinarsi ai 60 piedi.
« Avevo già fatto la Transat Jacques Vabre sul trimarano di Erwan Le Roux: un’altra bellissima esperienza e la prima volta per me su un multiscafo. Navigare con Erwan è stata un’occasione importante per imparare di nuovo a navigare, su un nuovo formato e abbiamo concluso vincitori.

prima volta sul Multi 50

Con Amedeo sull’IMOCA è stata una traversata interessante perché mi ha permesso di affacciarmi su una classe nuova. Volevo scoprire da vicino come si svolge la vita su un classe IMOCA, non a foil ma classico a derive: comunque un’ottima esperienza.
Il percorso lo conoscevo sia dalla prima Mini Transat sia dalla precedente Transat Jacques Vabre: ero completamente concentrato sulle performance della barca. Il lato emotivo della prima volta aveva lasciato il posto al lato professionale: dopo dieci anni nell’ambiente sei più lucido nelle valutazioni. 
Facevo tesoro delle esperienze precedenti ed ero consapevole di cosa mi aspettava, la novità di navigare su un 60 piedi mi ha entusiasmato. L’arrivo è stato un momento magico anche se la prima volta è la prima volta », racconta Giancarlo.

La prime prove in IMOCA da skipper

Giancarlo cresce professionalmente e diventa lui skipper di un IMOCA, sostenuto dal suo sponsor storico Prysmian Group che invita a bordo anche Electriciens sans Frontiéres.
« Pedote è un professionista serio e attento, è al contempo metodico e creativo ed ha un solo obiettivo: migliorare sempre. Dal passato trae esperienza, nel presente concentra la sua attenzione, sul futuro calibra la sua forza e decide la sua strada. Da questo derivano i suoi risultati, ed è per questo che sosteniamo la sua carriera agonistica. Giancarlo rappresenta e mette in pratica l’attitudine di Prysmian Group di spostare sempre in avanti i propri obiettivi »,
dichiara Valerio Battista, CEO di Prysmian Group.
Lo skipper di Prysmian Group si prepara ora per l’Everest dei mari, il Vendée Globe, giro del mondo in solitario senza scalo e senza assistenza. Per la qualifica sono previsti due passaggi importanti in mare: 2000 miglia in solitario e una traversata oceanica. « Nel cammino verso il Vendée Globe, incontrerò differenti regate: esperienze uniche che avrò l’onore di poter vivere », racconta Giancarlo.

La Bermudes 1000 Race: terzo posto

La prima prova che affronta Giancarlo è la Bermudes 1000 Race alla sua seconda edizione da Douarnenez a Brest, doppiando il Fastnet e Horta. Duemila miglia iniziate con una corda impigliata nella chiglia e finite sul podio al terzo posto, grazie ad una rimonta straordinaria. La prima volta da skipper in solitario sull’IMOCA Prysmian Group è un grande successo per Giancarlo.
« È stata una gara davvero pazzesca: ho iniziato con un’immersione per rimuovere una corda bloccata sotto la chiglia, perdendo posizioni. Grazie ad un lavoro continuo, il finale è stato incredibile: siamo arrivati tutti i primi quattro in meno di otto minuti! 
Sono soddisfatto della mia gara, la prima volta sul circuito IMOCA da skipper. Quando debutti in una nuova classe, non sai mai come devi comportarti ed essere salito sul terzo gradino del podio è stata una grande emozione, che mi ha incoraggiato a proseguire con più motivazione nel mio progetto. »

arrivo della Bermudes 1000 race

La Transat Jacques Vabre 2019: la prima traversata oceanica sull’IMOCA

La seconda prova che il navigatore deve affrontare per la qualifica è una traversata oceanica: la sua terza Transat Jacques Vabre. La Rotta del Caffè giunta alla 14a edizione parte da Le Havre in Francia, a Salvador de Bahia, in Brasile. Giancarlo conosce molto bene la regata e ha un approccio determinato per la sua prima volta da skipper sull’IMOCA con il co-skipper Anthony Marchand.
« Per me è stata una prova importante, nonostante conoscessi già la regata e le sue problematiche tecniche e meteorologiche, era la prima volta da skipper. Rispetto al 2017 ero io che gestivo tutto il progetto, ero responsabile come skipper e dovevo conoscere al meglio la mia barca. Inoltre l’IMOCA di Amedeo era classico con le derive, mentre Prysmian Group è a foil. Testavo Prysmian Group per la prima volta su una lunga distanza, quasi 3500 miglia: è stato importante. »
L’arrivo a Salvador de Bahia, città che evoca tanti ricordi allo skipper di Prysmian Group è stato gioiso ma velato dall’insoddisfazione per un risultato non eccellente. Giancarlo ed Anthony sono stati penalizzati da una coraggiosa scelta strategica, che si è rivelata sbagliata, e soprattutto dall’urto con un oggetto non identificato. È stato comunque un risultato importnate, dal punto di vista personale, completare la regata con un foil compromesso, proprio quello sul bordo della navigazione.

Il primo Vendée Globe

Giancarlo ha sempre cercato delle sfide per ampliare le sue conoscenze e arricchirsi professionalmente in vista di un grande sogno, il Vendée Globe.
« Mi piace la completezza e nella mia professione mi affascina molto poter realizzare un progetto in cui intellettualmente devo sforzarmi per imparare nuovi meccanismi e sincronismi. Non so ancora cosa aspettarmi dalla prima volta al Vendée Globe, per ora resto completamente concentrato sulla preparazione nei minimi dettagli di tutto il progetto. Aiutato dal mio team e dagli sponsor proseguiamo nel duro lavoro che c’è dietro ogni grande sfida con un impegno quotidiano costante. »

Nel 2020 parte da Les Sables d’Olonne per il suo primo giro del mondo. Terminerà dopo 8à giorni in ottava posizione, a sole 19 ore dal primo.

 

Un secondo giro di giostra

A novembre 2024 partirà per il suo secondo Giro del Mondo…

#VG2020: Giancarlo e Prysmian Group sono ufficialmente iscritti

Segnali positivi: Prysmian Group in mare

13 maggio 2020, Lorient. In questo periodo di incertezza a livello internazionale che coinvolge anche lo sport, dalla vela arriva una risposta positiva, carica di energia e voglia di continuare a sperare. Dopo un legittimo momento di riflessione, causato dall’emergenza Covid-19, l’organizzazione della più importante regata in solitario del circuito offshore, il Vendée Globe, ha dichiarato la ferma intenzione di far partire la corsa anche nel caso fosse necessario ricorrere all’utilizzo di misure restrittive di presenza del pubblico. Intanto è arrivata conferma dell’iscrizione ufficiale di Giancarlo Pedote su Prysmian Group, unica imbarcazione italiana di quest’edizione.

I team dei candidati al Vendée Globe, rappresentati dalla Classe IMOCA, e l’organizzazione del Vendée Globe hanno lavorato in silenzio, con riunioni settimanali per trovare una soluzione ad una situazione non facile. Nel rispetto delle norme di prevenzione della diffusione del virus, si sono cercate soluzioni non solo alla sicurezza degli skipper, che corrono il rischio in caso di bisogno di dover attraccare sulle coste di numerosi paesi in tutto il mondo, ma anche alla problematica della gestione del pubblico durante la partenza. La regione della Vandea, infatti, vuole garantire l’accessibilità del pubblico ad una manifestazione amata e seguita che diventa proprio in questo momento un simbolo di rinascita. Inizialmente Yves Auvinet, Presidente della Regione Vandea e della SAEM Vendée, aveva annunciato che avrebbe dato conferma della partenza del Vendée Globe il 15 giugno, escludendo una partenza senza pubblico; ieri la Classe IMOCA ha emesso un comunicato ufficiale in cui si conferma che non ci saranno stop dalla parte degli organizzatori: la partenza avrà luogo, il pubblico in un modo o nell’altro verrà accolto.

Comunicato della Classe Imoca del 12 maggio

“I preparativi per la partenza del prossimo Vendée Globe procedono nonostante il contesto incerto in termini di salute pubblica ed economia. Il Consiglio dipartimentale della Vendea e la SAEM Vendée, in collaborazione con i loro partner, gli skipper della Classe IMOCA, i loro sponsor e le autorità pubbliche, stanno facendo tutto il possibile per garantire che questa nona edizione del Vendée Globe abbia luogo senza intoppi.

 Mantenere la data di inizio dell’8 novembre per la regata è il nostro obiettivo e stiamo facendo del nostro meglio per raggiungerlo.

Dal punto di vista sportivo, non ci sono controindicazioni per la data prefissata dell’8 novembre, a condizione che le autorità nazionali acconsentano. Per il Vendée Globe, che è un evento popolare e appartiene alla popolazione locale, la presenza del pubblico è importante. Gli organizzatori stanno quindi studiando ogni possibile scenario per poter accogliere il pubblico in occasione di un evento come questo, in un contesto economico e sanitario la cui evoluzione è difficile da prevedere. La decisione di mantenere la Direzione di Regata a Les Sables d’Olonne per tutta la durata della competizione, ad esempio, contribuirà a garantire che un maggior numero di persone possano godere appieno dell’avventura del Vendée Globe.”

Il Vendée Globe parte: Giancarlo Pedote e Prysmian Group sono ufficialmente iscritti. Con loro l’ONG Electriciens sans frontiéres.

In contemporanea al segnale positivo di ripresa che riguarda tutti i team, Prysmian Group e Giancarlo Pedote ottengono l’ulteriore conferma della validazione del dossier di iscrizione. Per l’accesso all’Everest della vela gli step che ogni concorrente deve seguire sono molteplici e tutti volti alla sicurezza dei partecipanti. Inizialmente si invia una candidatura, in cui si manifesta la volontà di partecipare e si deposita un assegno di cauzione; in seguito si presentano dei dossier tecnici e amministrativi che devono essere validati e si paga l’iscrizione. I candidati devono essere qualificati in due passaggi: 2000 miglia in solitario e una traversata oceanica sulla barca che parteciperà al Vendée Globe. Giancarlo si è qualificato nel 2019: le miglia in solitario le ha percorse durante la Bermudes 1000 Race, partita un anno fa e conclusasi con un ottimo terzo posto. La traversata oceanica l’ha compiuta in occasione della Transat Jacques Vabre, in coppia con Anthony Marchand.

 

Giancarlo Pedote e Prysmian Group al Vendée Globe

 

I lavori riprendono ad un ritmo più elevato, nel rispetto delle norme sanitarie

 Lunedi 11 maggio è iniziata in Francia la Fase 2, con consecutivo allentamento delle norme di confinamento. Per il team tecnico di Prysmian Group è stata l’occasione di riprendere i lavori ad un ritmo più serrato e nel rispetto del distanziamento e dei dispositivi di protezione individuale anche in cantiere.

« La decisione di lavorare comunque alla partenza del Vendée Globe, adattandosi alle necessità sanitarie e quindi riflettendo su un villaggio adeguato, mi sembra molto saggia. Personalmente non ho mai smesso di preparare questa regata, neanche durante il confinamento e oltre a continuare l’allenamento fisico, ho cercato di portare avanti tutti gli aspetti organizzativi che potevo.

Per quanto riguarda la preparazione di Prysmian Group, abbiamo deciso di anticipare i lavori programmati nel cantiere estivo, in modo da ottimizzare i tempi di questo cantiere prolungato a causa del Coronavirus. Stiamo rifacendo la carena in modo definitivo e stiamo eseguendo gli ultimi update di rinforzo della barca previsti dallo studio di progettazione dell’imbarcazione in modo da affrontare il più serenamente possibile questa fantastica regata. Appena messo in acqua, potremo navigare e prepararci per il primo appuntamento dell’anno: la nuova Transat New York – Vendée ».

 

Prysmian Group in cantiere

 

Un nuovo percorso e nuove date per la regata Transat New York – Vendée.  

Consapevoli delle difficoltà create ai team a seguito del confinamento, gli organizzatori del Vendée Globe e la Classe IMOCA hanno deciso di estendere la data limite per la presentaziona dei dossier di iscrizioni dei candidati al Vendée Globe al 1 settembre e di organizzare una regata in solitario durante l’estate, in sostituzione della Transat New York – Vendée, impossibile da organizzare per la partenza negli Stati Uniti. Dal Comunicato della Classe IMOCA:

 “Con la ripresa progressiva dell’attività nautica, la Classe IMOCA sta lavorando nelle ultime settimane per riorganizzare la regata preparatoria al Vendée Globe, inizialmente prevista per giugno e valida per la qualifica delle barche recentemente varate. In accordo con il Dipartimento della Vandea, partner principale dell’evento, la Classe IMOCA ha proposto una gara che parte da Les Sables d’Olonne il 4 luglio. Questa nuova regata in solitario porterà i navigatori oltre l’Islanda, nel Circolo Polare Artico e poi giù fino alle Azzorre, con un ritorno alla città di partenza, prevista circa dieci giorni dopo. Il format della manifestazione è stato completamente rivisto dai Direttori di regata e dal team organizzativo al fine di rispettare le regole di distanziamento per gli skipper e i loro team. Questa tappa fondamentale per la partenza del Vendée Globe, gode del sostegno della Fédération Française de Voile (Federazione francese di vela) e le domande dei permessi necessari è in corso.

Giancarlo Pedote, Prysmian Group, Electriciens sans frontiéres, gli sponsor tecnici e gli Official Supplier si augurano che questo forte segnale che la Classe IMOCA ha voluto dare in questo momento, faccia sperare di nuovo le persone.

« Immagino che il mondo dovrà riprendersi dopo questo momento difficile, che ha creato tanti morti e tanto disagio. Poter offrire uno spettacolo a tutti gli appassionati e non di vela, dare la possibilità di seguire le nostre storie da casa, significa permettere alle persone di sognare e nutrire la loro passione ispirandosi alla nostra ».

 Il Vendée Globe è un evento sportivo che ormai non rappresenta solo una sfida individuale degli skipper, ma una sfida della società a ricominciare dopo la pandemia, a livello mondiale.

 

Maggiori informazioni sul progetto Vendée Globe di Prysmian Group e Electriciens sans frontiéres

www.prysmianoceanracing.com

 

Approfondimenti – Cosa è il Vendée Globe

 Il Vendée Globe è una regata per barche a vela di Classe IMOCA che consiste in una circumnavigazione completa dell’Antartide in solitario, senza possibilità di attracco o di assistenza esterna (pena l’esclusione). Arrivo e partenza dal porto francese di Les Sables-d’Olonne, nel dipartimento della Vandea (Vendée) della regione dei Paesi della Loira (Pays de la Loire).

Nata nel 1989, a partire dal 1992 si è svolta ogni quattro anni.

A causa della sua durezza e dell’unicità del suo percorso e delle sue regole, viene da molti soprannominata “L’Everest del mare”.

 

Giornalisti italiani della vela: riflessioni post fase 1 del Covid-19

Invertiamo i ruoli

Entrati ormai in Italia nella seconda fase dell’epidemia del Covid-19 ci siamo chiesti come hanno vissuto il confinamento i giornalisti. Sono sempre loro che ci tengono aggiornati sulle notizie e sondano i nostri pensieri ma com’è cambiata la loro vita? Che riflessioni ha suscitato questo stop delle attività veliche e delle regate? Quali sono le loro speranze post confinamento e che lezione traggono da questa esperienza “impensabile”?

Alberto Mariotti: una sfida avvincente per trovare la forza di adattamento

 

Alberto Mariotti

 

Alberto Mariotti, giornalista professionista scrive e fotografa per la rivista Vela e Motore dal lontano 2001. Nasce a Roma il 4 febbraio 1975 e oggi vive a Milano con la famiglia. “Ho scelto questo lavoro spinto solo dalla passione per la fotografia e le barche, ho viaggiato spesso (e speriamo di riprendere presto!). Ho incontrato persone che mi hanno ispirato nel profondo e che ancora ringrazio. Vela e Motore è nata nel 1923, appartiene alla casa editrice Edisport Editoriale ed è la rivista di nautica più antica d’Italia. È un onore far parte della redazione!”, racconta Mariotti.

In questi giorni così strani ho cercato di tenere a bada l’ansia iniziando la prima dieta della mia vita: una dieta mediatica. Non facile per un giornalista, ma ho cercato di ridurre la frequenza, diventata frenetica, con cui prima mi aggiornavo sulle news riguardanti l’epidemia e i suoi numeri drammatici. Ho spesso pensato a come aiutare, nel mio piccolo, aziende e persone del nostro settore tramite gli strumenti a mia disposizione: la rivista e i suoi canali online. Mi ha aiutato molto lavorare, essere concentrato sulla realizzazione della rivista e prendermi cura della mia famiglia, pensando a quanto sia fortunato a essere in condizioni così privilegiate. È stata anche l’occasione per rispolverare una semplice domanda che a volte ho trascurato di fare agli amici più lontani: come stai?

Ho sempre creduto molto nel lavoro e quindi, considerando la salute come una speranza scontata per tutti in questo periodo, per il post isolamento mi auguro che il nostro settore sappia ritrovare la vitalità che lo caratterizza. Parlare di “settore” e di “speranza” vuol dire, alla fine, parlare di persone e di impegno. Quindi ognuno di noi dovrà contribuire, con le proprie competenze, a questa ripresa, magari cambiando idee, abitudini e convinzioni che prima non ritenevamo modificabili. Il mondo non sarà più uguale a prima, e così noi: dovremo trovare una nuova forza di adattamento. Sarà una sfida avvincente.

Credo che in questo periodo le persone, in tutti gli aspetti della vita, abbiano bisogno di più umanità, verità e meno clamore. E lo stile con cui verranno comunicate farà la differenza.

 

Il confinamento visto da Stefano Vegliani: il pensiero positivo

 

Stefano Vegliani

 

Stefano Vegliani è l’ex inviato storico di Sport Mediaset e Premium per i cosiddetti sport ‘minori’, ora in pensione. Ha alle spalle 15 Olimpiadi, tra estive e invernali, in cui ha raccontato di vela, nuoto, scherma e sport invernali.

Credo che mantenere un pensiero positivo sia fondamentale. Io non sono mai uscito da questo binario, mi aiuta la convivenza con mio figlio, non essere solo. 

Ci vorrà tempo, ma finirà, quando finirà capiremo come siamo cambiati, come è cambiato il mondo. Vivo alla giornata

La speranza è che si possano trarre degli insegnamenti sul valore delle persone (sia gli amici che i politici), sulla potenza della natura e quindi rispettarla più di prima

Credo che il bisogno primario della gente e anche delle imprese sia economico. La realtà del debito italiano è difficile e spero che l’Europa regga. 

 

Fabio Colivicchi: credere ed impegnarsi per dare ancora spazio ai sogni

 

Fabio Colivicchi

 

Fabio Colivicchi è direttore e editore di Saily.it. Da 35 anni nel mondo della vela come regatante, istruttore, giornalista, imprenditore, dirigente. Fondatore del mensile Fare Vela, per 16 anni responsabile della comunicazione FIV, ideatore e organizzatore del Vela Show di Viareggio, fondatore e direttore del media globale e web TV Saily.it. Conduttore e telecronista. Consulente del programma di Rai Uno Lineablu. Autore di tre libri (sul Moro di Venezia e su Luna Rossa) e della voce «Vela» per l’Enciclopedia Treccani.

In un periodo che non riesco a definire altro che “impensabile”, i pensieri scorrono invece velocissimi. Dovevamo saperlo, prevederlo, organizzarci prima… Perché in barca prima di una uscita controlliamo il circuito dei terzaroli, gli avvolgitori, le cerate, la radio e tutte le dotazioni di sicurezza, e invece il pianeta con noi a bordo è andato dentro la tempesta ben prevista della pandemia senza alcuna preparazione? La prossima volta scegliamo meglio lo skipper o facciamoci valere di più come equipaggio! 

Adesso cosa facciamo delle nostre vite inzeppate di passioni e occupazioni, inseguimenti senza arrivo? E poi: con che spirito è possibile continuare a fare una cosa che oggi appare quasi indicibile: “raccontare la vela”… Il pianeta chiuso in casa, i mari svuotati, lo sport cancellato o rinviato di un anno, i media concentrati sull’emergenza sanitaria, gli ospedali, gli operatori sanitari, la paura… Parlare di mare e di vela sembra fuori luogo. Per convincersi, e convincere, che non è così ci vuole uno sforzo notevole.

Eppure, anche (o forse proprio perchè) questa età del virus sta smantellando tutte le sovrastrutture, il superfluo, i falsi miti, possiamo reagire cercando il meglio di noi stessi. Migliorandoci, depurandoci, capendoci e accettandoci. Noi e gli altri. A vicenda. La speranza, oltre a quella di superare questa prova globale, è che riusciremo a essere migliori, individualmente e come comunità. Che capiremo cosa conta davvero, daremo priorità al New Green Deal per salvare il Mondo, a un ordine economico che diminuisca le diseguaglianze, a convivenze sostenibili. Non è facile essere ottimisti, ma è un obbligo credere di potercela fare e impegnarsi ciascuno per la propria parte.

Come sarà il nostro piccolo mondo dopo il confinamento? Ritroveremo barche, onde, vento, grandi imprese? Avrà senso raccontare storie di navigatori, atleti, viaggi e medaglie? Che poi è come chiedersi: ci sarà ancora spazio per i sogni? 

 

Ringraziamo queste voci autorevoli che raccontano per una volta di sé stessi: ne emerge una riflessione su come poter trarre il miglior insegnamento da quest’esperienza.