Il progetto Vendee Globe di Giancarlo si basa sul concetto di #4PEOPLE, un valore condiviso con gli sponsor Prysmian Group e Electriciens sans frontiéres. Questo concetto si riassume bene nell’affermazione di Hervé Gouyet, presidente di Electriciens sans frontières (Elettrici senza frontiere in Italia). «Siamo tre attori in missione: condividere le nostre energie per aiutare gli altri», chi ha bisogno, ad avere accesso all’energia elettrica.
L’energia elettrica è una risorsa più importante di quello che normalmente siamo propensi ad ammettere: la continua disponibilità la rende scontata. Giancarlo ne conosce bene il valore, in navigazione ad esempio al Vendee Globe deve pensare di vivere a bordo in autonomia elettrica per tre mesi. Mentre noi ormai non ci accorgiamo più del valore della luce che la notte illumina le strade, dando sicurezza a chi le utilizza.
La corrente elettrica ci permette di utilizzare gli elettrodomestici ormai numerosi in tutte le case che ci aiutano in vari lavori. Alimenta i computer e i cellulari che ci permettono di lavorare o restare in contatto con i nostri cari. L’elettricità fa funzionare gli strumenti medici negli ambulatori e negli ospedali e serve per la sanificazione degli ambienti comuni. In questo periodo è più facile rendersi conto della sua utilità: basta pensare a quanto sia fondamentale l’energia elettrica per i tanti malati. Ma anche per tutti noi, quando restiamo a casa: per scaldarci ed alimentare la TV per distrarci.
La riflessione di Giancarlo
È la riflessione di partenza di Giancarlo che, confinato a casa come tutti in questo periodo, continua a prepararsi per il Vendee Globe. « Essere #4PEOPLE, per me e i miei sponsor, è innanzitutto essere solidali con le persone che hanno bisogno. Di energia e acqua potabile, obiettivo principale dell’ONG Electriciens sans frontières che Prysmian Group ha invitato a salire a bordo con noi in questa campagna Vendee Globe; ma anche bisogno di protezione. Tutti abbiamo bisogno di proteggerci e di proteggere i nostri cari, ogni giorno e ancor più in questo periodo. Periodo in cui protezione significa seguire le disposizioni e prendere tutte le precauzioni. Per questo, come già dichiarato, Io resto a casa. »
Il fatto di prendere coscienza, io resto a casa e devo farlo per il bene comune non è scontato. È un’esperienza nuova per quasi tutti: trovarsi a vivere in uno spazio ridotto, seppur il proprio, con una limitazione della propria libertà. Si aggiungono in più anche tante preoccupazioni per se stessi, per la propria salute, per i propri cari, per la propria economia. È una situazione a cui le persone non sono abituate, che ha e che avrà delle conseguenze che scopriremo tutti insieme.
Io resto a casa, non significa smettere di vivere, né smettere di allenarsi
« In questo momento denso di comunicazioni e riflessioni, forse vale la pena fermarsi e osservare. Osservare le proprie reazioni, emozioni, pensieri. Per conoscersi meglio e imparare qualcosa di più su noi stessi e su chi vive insieme a noi », riflette Giancarlo. « Nel mio caso il confinamento significa soprattutto dover imparare a continuare la preparazione per il Vendee Globe in presenza costante dei bambini.
Non è semplice mantenere costante il livello di produttività e nello stesso tempo essere a disposizione dei bambini che, giustamente, hanno bisogno dei genitori. Per questo cerchiamo di separare le giornate: cerchiamo di dedicare ai bambini del tempo di qualità durante il giorno, per seguirli in questa nuova esperienza della scuola a casa. Cerchiamo di concentrare la sera tardi, la notte o la mattina presto, il lavoro più di concentrazione. Lasciamo al giorno attività che possono essere (spesso) interrotte, o condivise con i bambini. Penso all’allenamento fisico, il lavoro al computer fatto di sessioni che si possono interrompere e riprendere, la preparazione su temi pratici come cibo e abbigliamento… »
I diversi lavori di preparazione al Vendee Globe
Prepararsi per il Vendee Globe implica tanto lavoro alla scrivania: studio della meteorologia, dei software di navigazione, delle istruzioni e percorsi di regata. Il lavoro di organizzazione di file di verifica dei pezzi, dei file operazionali e di pianificazione: questi studi si fanno anche se “io resto a casa”.
C’è poi tutto il lavoro di “preparazione del quotidiano” a bordo: come l’alimentazione, per la quale è necessario prepararsi con largo anticipo. La selezione e scelta dell’abbigliamento, anch’esso da sperimentare per affrontare tutte le differenti condizioni climatiche che si possono incontrare in un Vendee Globe. Si può continuare a lavorare su una serie di temi che spesso rischiano di venire accantonati per privilegiare le priorità legate all’imbarcazione.
Come reinventare l’allenamento a casa
Per continuare a fare altri lavori in modalità “io resto a casa”, invece, è necessario adattarli al nuovo modus vivendi. È il caso delle riunioni con il team, gli sponsor e i collaboratori, che diventano virtuali grazie alle videoconferenze. È il caso dell’allenamento fisico quotidiano, necessario per un atleta. Così, ad esempio, le sessioni di allenamento in piscina e corsa di gruppo lasciano spazio ad allenamenti di rafforzamento muscolare. La palestra si trasferisce in garage o nel salotto di casa, con sessioni di cardio e HIIT per allenarsi sul posto o quasi.
« Ho sempre fatto molto sport ed è parte integrante della mia vita quotidiana. Anche se in questa particolare fase siamo chiusi in casa, non trascuro questo aspetto della preparazione della Vendee Globe », spiega lo skipper di Prysmian Group, che naviga assieme ai colori di Electriciens sans frontières. « Al momento, sto sostituendo le sessioni all’aperto con altre per il rafforzamento muscolare, (flessioni, addominali…), stretching e cardio-fitness, in particolare con esercizi di salto con la corda nel mio garage. »
“Mens sana in corpore sano”
Giancarlo ricorda e applica la famosa citazione della decima Satira di Juvenal: “Mens sana in corpore sano”, mente sana in corpo sano. Anche nell’antichità alcuni filosofi e studiosi avevano capito che per mantenere serena ed attiva la mente, l’esercizio fisico aiuta. Questo non vale solo per gli atleti che si preparano ad una sfida estrema come il Vendee Globe ma per tutti.
Per questa ragione Giancarlo cura molto la sua alimentazione e anche in questo periodo di quarantena continua ad avere una dieta equilibrata come sempre. La dieta è un fattore strategico nella vita di ogni atleta professionista e svolge un ovvio ruolo nel miglioramento delle prestazioni.
Di questo Giancarlo è pienamente consapevole e da tempo presta attenzione alla sua alimentazione, adattandola in base al tipo di allenamento fisico che fa. In navigazione, l’alimentazione cambia: deve essere composta da nutrienti specifici e assunta, quasi come una medicina, al momento opportuno. È importante mantenere la giusta idratazione e l’assunzione adeguata di sali minerali nell’arco di tutta la giornata per compensare gli sforzi.
In questo periodo di confinamento, Giancarlo continua a mantenere una dieta equilibrata, adattandola alla tipologia di allenamento che riesce a fare.
Una dieta equilibrata
« Abitualmente, mangio molta frutta e verdura, che mi forniscono vitamine e minerali e un apporto naturale di acqua per favorire la reidratazione. Al mattino, a colazione, preparo frullati a base di latte vegetale (riso o mandorla, in genere), con frutta e un po’ di miele. Per pranzo e cena, prediligo le verdure crude o cotte e per integrare le proteine, mangio uova e pesce in abbondanza. Nella mia dieta abituale ho sempre mangiato poca carne e tendo a mangiarne sempre meno. Durante questo periodo di quarantena, assumo come integratore supplementare solo la vitamina C, per aiutare il mio sistema immunitario, ma non cambio le mie abitudini », racconta Giancarlo.
Su questi temi, sul continuare a vivere ed allenarsi anche durante la quarantena, Giancarlo è stato intervistato da Fabio Colivicchi del portale Saily. Nella video intervista “Pedote: Il lockdown del navigatore”, Giancarlo spiega il suo modo di allenarsi a casa in questo momento e restare concentrato sul suo obiettivo Vendee Globe.
L’intervista di Saily.it
Dove ti trovi ad affrontare la quarantena e con quale spirito lo stai facendo?
« Mi trovo a Lorient, a casa mia e il mio spirito è attualmente di pura osservazione. Senza particolare giudizio verso questa situazione. Non ce la siamo cercata, ma oggi è una realtà e come tutte le realtà vanno affrontate. Capisco la gravità della situazione ma riesco a relativizzare: non ci viene chiesto di andare a fare la guerra come è toccato ai nostri nonni. Parlo dei ragazzi della mia generazione, classe 1975. Credo che in fin dei conti restare nella propria casa al riparo in un momento in cui gran parte dell’umanità soffre e tanti sono in pericolo non sia una sfida impossibile. »
Come passi il tempo in questi giorni?
« Le mie giornate in questo periodo sono oltre modo piene forse più piene di quanto lo sono abitualmente nella mia vita normale. Il mio obiettivo resta sempre quello della partenza l’8 novembre per il Vendee Globe: il count down non si è fermato!
Chiaramente in questo momento l’attività è rallentata, mi trovo con i miei due figli, cinque e sei anni, a casa. Naturalmente hanno bisogno del tempo e della disponibilità del loro papà sia per giocare sia per fare i compiti. Cerco di lavorare la notte per recuperare tutto ciò che non riesco a fare di giorno. Allenarsi a casa non è sempre facile, ma in garage continuo gli esercizi che prima facevo all’aperto o in gruppo.
Come ti mantieni vicino alla vela?
Mi sto concentrando sull’organizzazione da fare a terra per poter partire per una regata come il Vendee Globe. Ad esempio a livello di tutti i materiali di rispetto da portare in una regata di questo tipo, senza scalo. Organizzare tutta la cambusa, avere le idee chiare, stilare una lista che sia la più specifica possibile in termini di gusti e di calorie. In modo poi da trasferire questo file a qualcuno del mio team che si occuperà di acquistare i prodotti. C’è da selezionare tutti i vestiti in termini di base layer, mid layer, cerate, da verificare con il mio sponsor tecnico Helly Hansen. Stiamo cercando di avanzare con la lista e guadagnare tempo per non porsi queste domande a pochi mesi dalla partenza.
In più mi sto concentrando moltissimo sullo studio della meteorologia, sulle analisi delle rotte fatte dai precedenti concorrenti del Vendee Globe. Quindi cerco di catalogare le situazioni tipiche che si possono incontrare durante tutto il percorso della regata. Sto elaborando dei quadri predefiniti su eventuali passaggi depressionari, ad esempio di depressioni che scendono dall’Australia o di fronti freddi che statisticamente sono presenti al largo dell’Argentina. Reperisco tutti i casi più classici da un punto di vista meteorologico che si possono incontrare durante il percorso. Su questa base elaboro delle risposte per adottare la strategia migliore in base al quadro meteo al momento del Vendee Globe. »
Quali riflessioni ti suscita questa esperienza?
« Questa esperienza mi suscita sensazioni simili a quando vivo delle regate in solitaria perché chiaramente noi navigatori siamo confinati su una barca. I mezzi di comunicazione sono pochi e lo spazio del confinamento è molto più ristretto in barca che in una casa. Un fattore importante anche al Vendee Globe è la gestione del sonno: spesso non si hanno ritmi regolari e le ore di riposo sono poche. La scomodità di questo genere di barche crea difficoltà in tutte le abitudini quotidiane come consumare un pasto caldo o farsi una doccia.
Quindi direi che questo momento di confinamento lo vivo senza particolari difficoltà perché è molto più leggero di quello a cui sono abituato normalmente. Fondamentalmente resto molto concentrato sui miei obiettivi, scadenze e programmi perché voglio ripartire in assoluto sprint e vigore quando tutto questo sarà finito. Per il resto lo vivo questo periodo indefinito godendo della presenza dei miei figli e di mia moglie, senza perdere mai la concentrazione. »
L’importanza del pensiero positivo
« L’altra sera ho fatto una riunione in video call con il mio preparatore mentale e il mio chinesiologo, con i quali sono anche amico. Abbiamo parlato di questa pandemia, della necessità di proteggere se stessi e gli altri con rispetto, buon senso, sistemi semplici e naturali per stimolare le proprie difese immunitarie.
Soprattutto abbiamo parlato dell’importanza di mantenere un pensiero positivo, di combattere sia l‘indifferenza sia il panico. In questo momento di confinamento, il nostro stato d’animo non cambierà la realtà delle cose, non influenzerà il decorso della pandemia. L’unica cosa da fare è cercare di essere d’aiuto e mantenere le nostre menti positive come faccio io concentrandomi sul mio progetto Vendee Globe. »
A casa abbiamo fatto un cartello di divieto di entrare, e lo abbiamo messo nella porta di uscita, con uno smiley perché non è un divieto cattivo: è un divieto che fa bene a noi stessi e al mondo. Un divieto #4PEOPLE».
Affrontare una depressione
« A volte penso che vivere una pandemia sia come affrontare una depressione in una semplice traversata o al Vendee Globe. All’inizio rinforza il vento e il mare si ingrossa, il cielo si copre e la pioggia è battente. La barca viene sferzata da onde importanti e sai che inizia un momento duro. Diventa sempre più difficile svolgere tutte le azioni quotidiane più normali, come farsi da mangiare e dormire.
Poi arriva il momento in cui ci navighi contro, in cui la incontri in tutta la sua forza. Sei completamente concentrato nel momento presente, spendi tutta l’energia per tenere in sicurezza la barca e non sai quanto durerà. La barca rolla e beccheggia sempre più forte, tu ti bagni in continuazione a causa di pioggia e onde.
È il momento in cui dobbiamo metterci in modalità casco e visiera, guanti e mascherina, e cercare di tenere duro il più possibile. Sappiamo che presto attraverseremo il centro depressionario, quindi il fronte freddo normalmente associato e a questo seguirà la coda della depressione. »
Resistere per uscirne più forti
« Si capisce che tutto sta per finire, che poi il vento calerà pian piano, la pioggia smetterà, la barca riprenderà un’andatura tranquilla. Il sole caldo asciugherà i vestiti e le ossa del corpo intirizzito, potrai di nuovo mangiare pasti completi e riposare veramente. Allora si apprezzano tutti i piaceri semplici delle azioni normali quotidiane, la bellezza della natura e ci si sente più forti e consapevoli. Si sa di aver passato la depressione, di aver vissuto tutta l’esperienza, di aver sofferto, faticato ma di avercela fatta.
Spero che dopo la pandemia anche le persone riusciranno a far tesoro di questa difficile esperienza e ad apprezzare le cose importanti della vita. Questo è il mio augurio per l’umanità. Speriamo che questa situazione si risolva, reagendo per quanto possiamo in maniera propositiva: cerchiamo di aiutare medici, infermieri, farmacisti. Rispettiamo le regole, mantenendoci sempre positivi, tutti uniti come un team, così quando usciremo dal sistema depressionario, potremo ritornare a navigare più forti di prima. Che sia per il Vendee Globe 2020 o per il Vendee Globe che è la vita di ognuno di noi. Intanto Io resto a casa e mi preparo. »
Approfondimenti
Fabio Colivicchi è direttore e editore di Saily.it. Laureato in Giurisprudenza con una tesi sugli Interessi Collettivi nel Diritto Amministrativo. Da 35 anni nel mondo della vela come regatante, istruttore, giornalista, imprenditore, dirigente. Fondatore del mensile Fare Vela, per 16 anni responsabile della comunicazione FIV, ideatore e organizzatore del Vela Show di Viareggio, fondatore e direttore del media globale e web TV Saily.it. Conduttore e telecronista. Consulente del programma di Rai Uno Lineablu. Autore di tre libri (sul Moro di Venezia e su Luna Rossa) e della voce «Vela» per l’Enciclopedia Treccani.
Saily.it è nato nel 2010 (dieci anni nel 2020!) come primo media globale dedicato al mondo della vela: magazine, TV, social. In questi anni di grande trasformazione del mondo dell’informazione, da “nativo digitale” si è ritagliato uno spazio di riferimento ed è oggi leader per audience e autorevolezza nella comunicazione velica.
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